Niente
di nuovo sotto il sole
I risultati
delle elezioni amministrative nella nostra zona
Come era a ampiamente previsto, il voto del 28 maggio scorso non ha
modificato di quasi nulla la situazione.
E' confermato un recupero di consensi da parte del centrosinistra
(circa il 3%), che si era già evidenziato nel 2004 con le Europee e le
Provinciali e nel 2005 con le Regionali; il fatto che alle comunali
abbiano votato 150.000 elettori in meno rispetto alle politiche di quasi
due mesi fa, non ha
cambiato i rapporti di forza all'interno del Consiglio comunale e del
nostro Consiglio di zona. Se il centrodestra ha esaurito la spinta
propulsiva nella sua capitale per eccellenza, l'opposizione non ha
avuto quella capacità di attrazione che ha avuto in altre grandi città.
Ne è testimone anche la surreale resa dei conti del dopo-sconfitta dentro
l'Ulivo e lo “scaricabarile” nei confronti di Ferrante; probabilmente
le ragioni della sconfitta vanno ricercate, non nelle scelte tattiche
degli ultimi 5 mesi, ma nelle debolezze e assenze dell'opposizione negli
ultimi 5 anni.
Nella capitale tecnologica e modernista dove una reale egemonia del
berlusconismo è alimentata anche da una filosofia individualistica
estrema, dove le contraddizioni sociali, ambientali e della qualità
dell'economia milanese si allargano sempre più, probabilmente è
impossibile un'unica
unitaria risposta alternativa dell'opposizione; troppo diverse le analisi
e le letture della modernità e dei cambiamenti e i conseguenti
atteggiamenti politici. Sarebbe stato più utile una normale competizione
tra le due proposte (quella moderata e la radicale), con due candidati
sindaci in grado
di allargare al massimo i consensi reciproci, evitando magari la vittoria
della Moratti al primo turno; le primarie di gennaio hanno fotografato,
imbalsamato e cronicizzato una situazione. Inoltre, mentre nel campo della
sinistra moderata hanno funzionato i processi aggregativi (seppur per
nascondere divergenze di potere e consenso, poi irrimediabilmente
esplosi), in quello della sinistra alternativa non sono mai iniziati, sia
per le solite logiche, sia per un immobilismo totale a cominciare
da Rifondazione, che ha ridotto il tentativo di Dario Fo all'ennesima
lista del 2%.
Con l'aria che tira a Milano, Letizia Moratti non solo è già una
risposta politicamente più forte del centrodestra in crisi a livello
nazionale, ma rischia di fare a fettine il centrosinistra assorbendone
qualche pezzo; il tutto a discapito della città e degli strati più
deboli.
Nulla di originale anche per la nostra zona, che proprio per la mancanza
di specificità, identità e utilità di questo decentramento si allinea
pedissequamente ai flussi generali; anche da noi i quasi 15.000 votanti in
meno rispetto alle politiche di aprile o alle amministrative di cinque
anni
fa non modificano la sostanza.
L'unico dato in controtendenza è l'affermazione della Lega che in zona 2
prende più del 5% rispetto al 3,75% comunale come effetto della direzione
leghista di questa nostro sfortunato territorio. Per il resto si tratta di
piccoli riequilibri all'interno delle singole coalizioni dove quasi
sparisce il voto di coalizione (nella Casa delle Libertà da più di 5.000
voti a 925; nell'Unione da 3.600 a 849). Nel centrodestra Fi da 16 a 15
consiglieri, An da 6 a 5, Lega da 2 a 3 e Udc da 1 a 2; da sottolineare il
forte ricambio di consiglieri in quasi tutte le liste. Nel centrosinistra
Ulivo e lista Ferrante (7 + 2) mantengono i 9 consiglieri del 2001 (5 Ds e
4 Margherita), segue la fitta schiera dei piccoli partiti: 2 a
Rifondazione, 1 Verdi, 1 lista Fo, 1 lista Di Pietro (2 nel 2001), 1 Rosa
nel pugno, 1 Comunisti
italiani; da segnalare una sostanziale riconferma dei consiglieri dei
partiti tradizionali, mentre il ricambio è garantito dalle nuove liste.
Abbattuti
gli alberi dei campi sportivi di via Padova
Le
urne si sono chiuse da poche ore, abbiamo un nuovo signor Sindaco e tutti
speriamo, comunque la si pensi, in una stagione di buon governo: tuttavia
l'orologio della politica cittadina ha voluto scandire cinicamente e senza
pietà, dopo una infiammata campagna elettorale all'ultimo voto, il suo
tempo, a nostro danno e con evidente malizia.
Per noi di San Giovanni Crisostomo (via Padova), la mattina del 30 maggio,
infatti, seppur sotto un cielo di quelli che più azzurri e tersi non si
può, ha riservato un' amara, sgradevole, inaspettata sorpresa: sono
arrivate le seghe e le ruspe ad abbattere il boschetto di via Padova, che
contava addirittura più piante ed essenza di quello di Gioia, il nostro
curatissimo e generoso di fragoline ogni fine di maggio. Non è questione
di sponsor mediatici, che noi non avevamo e che, comunque, non hanno
potuto impedire anche quell'altro scempio: il fatto è che non è con
questi colpi di scena magistrali che si dimostra di amare Milano, la sua
gente, con tutti i suoi problemi e la vita incasinata nel traffico, nell'
aria avvelenata, nel rumore.
Gli alberi - molti del boschetto ormai sono a fettine - si possono
certamente sempre ripiantare: stiamo però perdendo una speranza, che non
è quella di trovare il seme del carpino o dell'albero di Giuda, ma quello
del buon senso, specie rara, preziosa, quanto mai apprezzata in ogni
stagione.
Di Buon Governo.
Elisabetta
Pellarin - San Giovanni Crisostomo