Voto
utile per il nuovo soggetto
Rocco
Cordì - Pino Vanacore – Unaltralombardia
Varese
Non
vi è alcun dubbio che la sinistra-arcobaleno
sta affrontando una campagna elettorale difficile, ma davanti a sé ha
anche l’opportunità, che sarebbe da irresponsabili sprecare, di creare
le condizioni per tenere aperta la prospettiva di una sinistra autonoma,
forte, radicata, rappresentativa.
Il
rischio di un appannamento del suo ruolo e della sua presenza è sotto gli
occhi di chiunque ha voglia di vedere. Nessuno può far finta di non
capire quale sia la posta in gioco, la situazione non consente né
sottovalutazioni, né furbizie.
Dobbiamo
allora metterci d’accordo sul come evitare un esito che avrebbe
conseguenze disastrose.
Le
vie d’uscita non sono infinite: vi è chi pensa che per arginare la
prospettiva bipartitica incarnata da PD e PDL basta mettere in campo la
forza dei vecchi simboli, in primis la falce e martello, oppure, per
necessità ma non per convinzione, agitare
un “solido” cartello elettorale per incassare un risultato che
consenta almeno di “salvare la pelle” (di chi?). Viene anche
riproposta l’idea di strutturare le diverse forze in una federazione,
rinviando ad un tempo medio-lungo la nascita di un nuovo soggetto
politico. Questa ultima ipotesi merita attenzione e rispetto, ma a
noi appare inadeguata rispetto
alla necessità primaria di assicurare in Italia la presenza di una grande forza politica
autenticamente di sinistra, antiliberista e pacifista, che rimette al
centro le ragioni dei lavoratori e i valori del socialismo.
Pensiamo
che quanto messo in campo in questa prima fase della campagna elettorale,
non sia assolutamente all’altezza della sfida in atto.
Parliamo
sinceramente. Molti pensavano che la nascita del PD avrebbe posto fine in
qualche modo – per noi in modo criticabile – ad una eterna transizione
del sistema politico italiano. La nascita del nuovo soggetto
“democratico” avrebbe reso più chiare le differenze nel campo del
centrosinistra e favorito una
positiva competizione al suo interno consolidando le stesse basi del
bipolarismo.
Alcuni hanno pensato e sostenuto che tale approdo avrebbe anche
comportato l’apertura di uno spazio a sinistra (addirittura una
prateria) entro il quale collocare il progetto della fondazione di un
nuovo partito della sinistra unita e plurale. Purtroppo le cose stanno
andando diversamente, perché
la nascita del PD si è
accompagnata all’idea
semplificatrice e distruttiva della rappresentanza politica, quella
del bipartitismo .
Una scelta che, non a caso, spinge il PD non solo a rompere con la
sinistra, ma a perseguire un obiettivo di vero e proprio annullamento
della sua presenza.. Si è passati rapidamente da una prospettiva
in cui, pur in posizione di minoranza, la sinistra era
utile per consolidare un blocco sociale nell’alveo del centro sinistra, ad un’altra che tende a
renderla marginale socialmente
e inutile elettoralmente.
In
questo quadro noi pensiamo che non
abbia più senso riproporre soluzioni
come quella della federazione o di un mero patto elettorale tra forze che,
per loro scelta, restano distinte e distanti. L’accelerazione
impressa a tutto il quadro politico e istituzionale dalla crisi del
Governo Prodi impone una risposta immediata, forte e convincente sul piano
elettorale ma che, per
essere credibile fino in fondo, non può prescindere dal tema della
riorganizzazione delle forze in campo.
Per
questo sosteniamo che sia un problema di oggi la nascita, a
sinistra, di un nuovo soggetto
politico che, senza abiure o comode rimozioni, sa fare i conti con il suo
passato, ma soprattutto sa rinnovarsi reinterpretando i bisogni e le
domande sociali del terzo millennio.
Sappiamo bene che una campagna elettorale non è un congresso, ma se
vogliamo che la sinistra-arcobaleno
consegua un risultato adeguato dobbiamo fin da subito dare la certezza che
quel voto non è soltanto un segno su una lista per garantire la
sopravvivenza di alcuni partiti.
La
richiesta del voto, se non vogliamo perpetuare la deriva elettoralistica
di chi coltiva soltanto rendite di posizione, deve accompagnarsi
all’impegno solenne che si sta lavorando alla costruzione di un nuovo
soggetto politico che persegue un progetto di cambiamento e di
trasformazione della società italiana, coerente con i principi
fondamentali della nostra Costituzione che altri intendono svuotare.
Il
voto alla sinistra-arcobaleno è utile non soltanto per impedire la deriva
liberista e plebiscitaria ma sopratutto per tenere vive le ragioni del
mondo del lavoro e dare voce e rappresentanza a chi non ce l’ha.
In
un mondo sempre più interdipendente, ma diseguale e ingiusto, che vede
fallire nel principale paese capitalistico dell’occidente, decine di
banche ogni giorno e crollare istituzioni fino a ieri simboleggianti il
trionfo del capitalismo, non è fantapolitica immaginare una stretta
conservatrice e perfino autoritaria.. Altre volte in passato le crisi di
vasta portata non hanno spianato la strada alla sinistra, ma hanno portato
ad esiti disastrosi.
Qualcuno
pensa davvero che di fronte ad una crisi di queste proporzioni, che ha già
riproposto la guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti, la sinistra
possa svolgere un ruolo arroccandosi in difesa del proprio simbolo e degli
orti di ciascuno ?
I
simboli e le storie, personali e collettive, sono importanti per tutti - e
lo sono anche per noi che scriviamo - ma a nessuno può sfuggire il senso
vero della disputa in corso.
Ogni
giorno siamo costretti ad assistere ad uno stillicidio di posizioni che
mettono seriamente in dubbio l’esistenza di una reale volontà comune.
Mentre il candidato premier, Fausto Bertinotti, sottolinea l’esigenza
dell’avvio immediato di una fase costituente per un nuovo soggetto
unitario della sinistra, altri annunciano un dopo voto diverso dove
ciascuno proseguirà per la propria strada.
Questa
chiusura su se stessi ha già prodotto effetti deleteri anche nella
formazione delle liste, pensate e definite in ambiti sempre più ristretti
e subordinate alla ferrea logica degli equilibri interni.
Così
non si va da nessuna parte, si mortificano le energie disponibili e si
ostacola il pieno dispiegarsi di un processo aperto, trasparente,
partecipato.
Le
conseguenze sull’esito elettorale sono immaginabili, ma contrariamente a
quanti già sostengono, a mezza voce, che un esito negativo sarebbe la
bocciatura dell’idea del nuovo soggetto noi sosteniamo che l’ambiguità
delle posizioni di oggi produce ed alimenta, nel popolo di sinistra, fughe
verso l’astensione o persino per
altri lidi.
La
campagna elettorale è ancora tutta davanti a noi. e ci sono le condizioni
per imprimere una adeguata e visibile correzione di rotta, per infondere
fiducia nel nuovo cammino che vogliamo intraprendere.
Nel
sollecitare la svolta necessaria non intendiamo sottrarci all’impegno di
partecipare alla campagna elettorale. In campo però si deve stare
dichiarando fin da ora le reali intenzioni di ciascuno. Fare chiarezza sul
tema del nuovo soggetto unitario della sinistra è la condizione per
produrre una mobilitazione adeguata alla posta in gioco. Per queste
ragioni siamo in campo, dai banchetti per le adesioni al nuovo soggetto
alle altre iniziative che si promuoveranno, anche in provincia di Varese.
Siamo
sicuri che tanti altri sono in attesa di segnali forti in tal senso. Non
deludiamoli!