Cemento
monetizzato: preferiremmo mancassero i soldi...
Paolo
Pinardi - febbraio 2007
Significherebbe
meno cemento in una zona ormai devastata; l'unica grande area dismessa (la
Marelli-Adriano) tra poco verrà sventrata dalla speculazione con palazzi
e centri commerciali, senza elencare i tanti interventi edilizi diffusi
nel nostro territorio; in consiglio di zona sono sempre più numerose
delegazioni di cittadini incavolati perché improvvisamente sorge una
palazzina che impedisce aria e sole alle case esistenti o per facili
cambiamenti d'uso o per Dia (dichiarazioni d'inizio attività) che
sfuggono a qualsiasi controllo o per mega parcheggi sotto i pochi giardini
rimasti.
Il
rito meneghino è ridotto ormai a cavalcare sempre più la bolla del
mattone; pazienza se il verde è sempre meno e la città sempre più
inquinata, pazienza se i prezzi delle case sono alle stelle e ad ogni
aumento del 0,15 del costo del denaro molte famiglie vanno in crisi con il
mutuo, pazienza se gli affitti ormai superano i 1.000 euro al mese e se
nelle case si ammassano i nostri extracomunitari per far fronte a questi
affitti impossibili, pazienza se ormai nessuno si pone il problema dei
40.000 alloggi sfitti in città che potrebbero essere rimessi in modo
agevolato sul mercato
per calmierarlo, pazienza se a nessuno frega più qualcosa delle
case popolari.
Però
ci sono le briciole delle monetizzazioni; non sappiamo nemmeno se le
indicazioni che darà il Consiglio di zona, vista l'inutilità e la
mancanza di poteri del decentramento, verranno rispettate da
un'Amministrazione comunale abituata a fare il contrario dell'interesse
pubblico; ma cosi è se vi pare a Milano; e se la bolla scoppiasse?