NEWS novembre 2012
a cura di
paolo pinardi
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1. quartiere adriano: l’assessora confusa il cdz ai suoi ordini e il quartiere a pezzi - 2 a segrate i primi licenziamenti con il nuovo art. 18 e i prossimi banchetti referendum a difesa del lavoro - 3. il 25 novembre alle primarie del centrosinistra tra i due litiganti meglio il terzo: vota vendola - 4. la mula di sant'ambrogio e i rom a milano- 5. le conclusioni deludenti del sinodo - 6. i prossimi banchetti referendum a difesa del lavoro e una lettera agli iscritti pd - 7. bè...che c'è da ridere - 8. i quarantanni del teatro officina - 9. tiziano rossi e mario santagostini alla casa della poesia del trotter- 10. le case popolari di via celentano in mostra alla biblioteca di via don orione - 11. cento passi in zona 2 - 12. seminario teatrale sulla comicità con Piero Lenardon
1.
L'assessora confusa, il consiglio di zona ai suoi ordini e il quartiere
Adriano che ne paga le conseguenze
di
Paolo Pinardi
Novità sul quartiere Adriano e tanti incontri e confronti interessanti, ma alla
fine l'amministrazione fa quello che vuole.
I
nostri lettori conoscono già il comunicato approvato dalla riunione iscritti
Sel del 10 ottobre, (di seguito allegato A) che ha contribuito ad accellerare un
confronto finalmente esplicito e trasparente; il 17 ottobre la riunione del
Comitato quartiere Adriano per una scuola Media decide una lettera firmata da
altri 9 soggetti operanti nel nostro territorio (allegato B) rivolta
all'amministrazione comunale e al consiglio di zona, la risposta dell'assessore
De Cesaris (allegato C) e la controrisposta del comitato Adriano (allegato D)
all'assessore.
Probabilmente comunicato e scambi di lettere hanno come conseguenza la
velocizzazione dei tempi da parte del costruttore privato che il 31 ottobre
protocolla la variante all'accordo di programma Adriano - Marelli e del
presidente della
commissione urbanistica che la convoca con all'odg la stessa approvazione della
variante il 13 novembre, il giorno prima
dell'assemblea nel quartiere prevista da tempo con la presenza dell'assessore
stesso.
E' possibile accedere al video sia della commissione che dell'assemblea sul blog
http://alebattaglia.wordpress.com/
Perchè
nel momento in cui diventa concreta la possibilità di rimettere in discussione
la speculazione edilizia su Adriano 60
tornando a farne un bene pubblico adibito a polo scolastico e servizi pubblici
si vuole insistere su una variante Adriano -
Marelli che conferma e aggrava la colata di cemento per case ad edilizia libera
(circa 700 appartamenti distribuiti anzichè
su 3 torri da oltre 20 piani su 3 casermoni a C di 10 piani ciascuno quando tra
le case già realizzate ve ne sono almeno circa 500 vuote), elimina piscina e
centro sportivo al posto di una scuola media senza verde intorno rinchiusa come
la scuola materna tra case e centro commerciale: il costruttore privato si
impegna formalmente a terminare la scuola media addirittura entro il 2016 ma
nella sostanza c'è il rischio concreto delle calende greche come per altre
opere non avendo un quattrino per via degli appartamenti invenduti.
La confusa e contradditoria tesi (affermata e negata più volte durante
l'assemblea del 14) dell'assessore all'urbanistica
che si possono tenere aperte entrambe le soluzioni che prevedono la stessa
scuola media sia su Adriano-Marelli che su Adriano 60 in attesa delle elezioni
regionali, non avrebbe come logica conseguenza fermare l'approvazione della
variante Adriano-Marelli anzichè forzare come ha fatto il presidente della
commissione urbanistica del cdz2 nella riunione del 13 novembre rimanendo
isolato vista la contrarietà dei consiglieri Pd intervenuti, dei comitati
presenti e persino dell'opposizione di centrodestra (meglio che stessero zitti
visto il disastro combinato negli anni scorsi su questo argomento).
E dove'era il presidente della commissione urbanistica insieme ai 2 colleghi
della scuola e della sanità (intervenuti
a difesa
dell'assessore oltre che dello stesso presidente della comm. urb.) quando nel
novembre scorso veniva firmato dalla De Cesaris l'accordo con la Regione su
Adriano 60; il consiglio di zona non è uno strumento tecnico amministrativo al
servizio dell'assessore di turno, ma un organismo democraticamente eletto che
rappresenta il territorio e che si deve esprimere su tutto ciò che lo riguarda;
del resto affermare, come è stato fatto nelle settimane scorse,
che il comunicato Sel esprime una posizione ideologica o chiedere di
togliere dalla delibera approvata dalla commissione coesione sociale il
potenziamento del ruolo e delle funzioni del cdz sul campo rom di via idro suona
come conferma alla tesi della riduzione tecnico burocratico del cdz e di
mancanza di autonomia e coraggio politico amministrativo.
Ora che Aler è debole senza padrini e scampato il pericolo di vedere assegnata
la volumetria ad una cosca calabrese, perchè non riaprire la trattiva (Aler per
statuto non può diventare un'agenzia immobiliare che compra e vende
volumetria),
superando lo scambio che fu fatto nel 2009 tra Comune e Regione e preparando
l'altra soluzione da mettere immediatamente all'attenzione della nuova giunta
regionale anche nella speranza che cambi il vento al palazzone: non ci si dica
continuamente che la nuova amministrazione del più potente Comune d'Italia
(dove il vento è già cambiato) sia impotente verso un costruttore privato nel
caso di Adriano-Marelli e verso un ente pubblico per Adriano 60.
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Allegato A
Mercoledì 10 ottobre si è tenuta la riunione degli iscritti di Sel
zona 2 che tra i vari argomenti discussi ha approvato un odg su via Adriano 60
che qui di seguito pubblichiamo.
"Anche alla luce dell'arresto dell'assessore regionale alla casa Zambetti e
sulla base della criticità sempre espressa da Sel zona 2, chiediamo formalmente
all'Amministrazione comunale ed in particolare all'assessore all'urbanistica di
attivarsi immediatamente affinchè l'accordo di programma riguardante via
Adriano 60 venga revocato e annullato.
Invitiamo il consiglio di zona 2 ad esprimersi anagolmente in questa direzione.
Chiediamo altresì che il gruppo consiliare di Sel a palazzo Marino si muova in
questa direzione con gli atti che riterrà più opportuni."
Una vicenda di speculazione edilizia che i nostri lettori conoscono per i due
articoli pubblicati in passato
(www.ilponte.it/news%20giugno.html)
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Allegato B
Al Sindaco di Milano Giuliano Pisapia
Al Vice Sindaco Maria Grazia Guida
All’Assessore Sviluppo del Territorio Lucia De Cesaris
All’Assessore Casa e Demanio Lucia Castellano
Al Presidente del Consiglio di Zona 2 Mario Villa
Oggetto: la scuola media e l’Accordo di Programma Regione-Comune-Aler
sull’area di Via Adriano 60.
E’ noto a tutti che nel quartiere Adriano non c’è una scuola secondaria di
primo grado e che i nostri figli, dopo la scuola primaria, devono migrare nelle
scuole medie dei quartieri limitrofi.
Da anni i cittadini-genitori del quartiere, con continuità, hanno richiesto che
il Comune di Milano costruisse un edificio scolastico adatto ad ospitare classi
per la scuola media; il MIUR è favorevole alla formazione di nuove classi, se
ci fossero gli spazi adatti. Le precedenti amministrazioni comunali guidate dai
Sindaci Albertini e Moratti hanno promesso ma non hanno mantenuto. Il Sindaco
Pisapia, durante la campagna elettorale ha visitato il nostro quartiere ed ha
preso precisi impegni con i cittadini. La realizzazione della scuola media nel Q.re
Adriano è stata inserita nel programma della coalizione di centro-sinistra per
l’elezione del Presidente di Zona 2.
Sarebbe grave non si riuscire a tener fede agli impegni presi.
Con l’Assessore De Cesaris abbiamo stabilito un rapporto di collaborazione al
fine di trovare una soluzione per la realizzazione della nuova scuola media per
il quartiere Adriano. A fine settembre 2011 ci fu prospettata una soluzione:
modificare la convenzione stipulata con la società GEFIM per l’attuazione del
P.I.I. Adriano- Marelli-Cascina San Giuseppe; fu riferito che era in corso un
dialogo e che le parti erano molto vicine a trovare un accordo. E’ passato un
anno e la trattativa non ha prodotto alcun risultato. La GEFIM tergiversa,
probabilmente ha qualche difficoltà a trovare le risorse necessarie per far
fronte agli impegni già sottoscritti (la scuola materna/nido prevista
nell’accordo già sottoscritto nel 2006, attende ancora di essere costruita, a
fronte di una domanda di servizi per l’infanzia tra le più critiche
dell’intera città di Milano) e quindi riteniamo che sarà molto difficile che
sia in grado di assumersi ulteriori oneri (la stima di costo per la nuova scuola
media è superiore a 8 milioni di euro).
In Via Adriano 60 c’è un edificio scolastico inutilizzato: fino a 2 anni fa
era la sede di una scuola di formazione professionale, denominata C.F.P. “A.
Grandi”, affidata alla Provincia di Milano. E’ di proprietà della Regione
Lombardia che, dopo il trasferimento dei corsi professionali in altra sede, ha
deciso di farne oggetto di una speculazione edilizia. Ha ottenuto dal Comune di
Milano, nel 2009, il cambio di destinazione d’uso dell’area da SC a
“residenziale/commerciale”. Nel 2011 l’Assessore De Cesaris, nonostante il
parere negativo del Consiglio di Zona 2, ha sottoscritto un accordo di Programma
con ALER (cui la Regione ha ceduto l’area) per la costruzione di case e spazi
commerciali
I Comitati e le Associazioni del quartiere hanno sempre dichiarato la loro
contrarietà all’Accordo perché nel nostro quartiere ci sono molte case già
costruite e invendute. Dopo il trasferimento della scuola professionale avevamo
sperato che quell’edificio scolastico di proprietà pubblica potesse
soddisfare i bisogni di spazi scolastici e non solo (nel quartiere non abbiamo
una biblioteca, manca una palestra, non ci sono spazi per l’aggregazione
giovanile, ecc.). Avevamo rinunciato al nostro progetto sull’area di Via
Adriano 60 solo quando l’Assessore De Cesaris e i tecnici comunali ci hanno
assicurato che l’accordo con GEFIM per la realizzazione della scuola
secondaria di primo grado era praticamente fatto: l’Assessore De Cesaris nel
corso dell’assemblea pubblica del 28 maggio ha dichiarato che la scuola media
sarebbe stata
funzionante con l’inizio dell’anno scolastico 2014/2015.
Da maggio ad oggi ci risulta che non sia successo nulla di nuovo. E’ probabile
che GEFIM stia tergiversando: da un lato ha necessità di trovare un accordo per
modificare il P.I.I. perché l’attuale congiuntura non è favorevole, per un
altro verso
non è credibile se prende ulteriori impegni per costruire la scuola media
quando, per esempio, non ha ancora avviato le procedure per la costruzione
dell’edificio nido/materna che doveva aver già costruito perché previsto
nella Convenzione firmata nel 2006.
Allo stato dei fatti non abbiamo alcuna certezza di veder realizzata la scuola,
nei tempi previsti dall’Assessore De Cesaris sui terreni compresi nel
perimetro del P.I.I. “Adriano-Marelli”.
Riteniamo quindi che l’unica possibilità che abbiamo di poter realizzare una
scuola media nel quartiere Adriano, in tempi ragionevoli (max 2 anni) sia quella
di riutilizzare, previa ristrutturazione e adeguamento normativo, l’ex C.F.P.
“A. Grandi” di Via Adriano 60.
I recenti fatti che hanno coinvolto la Regione Lombardia e l’ALER, l’arresto
dell’Assessore regionale alla Casa Zambetti succube dei poteri mafiosi e della
criminalità organizzata e che comprava voti dall’ndangheta, le assunzioni di
parenti di
mafiosi all’ALER, la scoperta di infiltrazioni mafiose nelle costruzioni, ove
ci fosse bisogno di ulteriori prove, dimostrano che l’operazione di
trasformazione urbanistica dell’area di Via Adriano 60, forse, non è solo una
speculazione edilizia su una proprietà pubblica che va contro l’interesse
generale.
Noi chiediamo, quindi, che l’Accordo di Programma “Adriano 60” venga
rimesso in discussione in toto. La proprietà di Via Adriano 60 è un bene
pubblico e tale deve restare. La Regione Lombardia è solo nominalmente la
proprietaria dell’area, quell’area è nostra, di tutti i cittadini. Tutti
insieme dobbiamo decidere quale sia il migliore utilizzo di quegli spazi, non si
può indugiare oltre. Regione Lombardia non può anteporre ai bisogni dei
cittadini, una speculazione edilizia per l’interesse di pochi e magari anche
poco puliti
Noi chiediamo che il Comune di Milano stia dalla nostra parte. Il Comune di
Milano ci deve aiutare, con tutte le sue energie, a far cambiare idea alla
Regione Lombardia ed all’ALER. Con l’Amministrazione Comunale vogliamo
realizzare un
progetto condiviso, di democrazia partecipata, per individuare le funzioni
pubbliche che si possono realizzare sul complesso di Adriano 60 recuperando, per
quel che è possibile, gli edifici esistenti.
Tra pochi mesi ci saranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio e della
Giunta Regionale. Ai candidati che verranno in quartiere a chiedere il voto noi
chiederemo, prioritariamente, un impegno a rivedere completamente l’Accordo di
Programma per Adriano 60. Chiederemo un impegno formale a non votare alcun
documento che non abbia prima ottenuto il placet dei cittadini del quartiere.
Chiediamo che Regione Lombardia conceda il comodato gratuito degli edifici
scolastici di Via Adriano 60 e che il Comune di Milano si impegni a trovare i
denari per finanziare la realizzazione della scuola media con un progetto
condiviso con i cittadini, in tempi ragionevolmente brevi.
In attesa di risposta, sollecita, cogliamo l’occasione per porgere cordiali
saluti.
Il presente documento, promosso dal Comitato “Quartiere Adriano per una scuola
media”, è condiviso e sottoscritto anche da:
Comitato Genitori Scuola Elementare di Via San Mamete
Comitato Genitori Scuola Elementare di Via Bottego
ANPI - Sezione di Crescenzago
Legambiente – Circolo di Crescenzago
Associazione Villa Pallavicini
Casa della Carità
Comitato “Vivere in Zona 2”
Sinistra Ecologia e Libertà – Zona 2
Martesanadue
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Allegato C
Gentili tutti,
ho letto con attenzione, la comunicazione inviataci in data 1 novembre 2012.
Innanzitutto alcune precisazioni.
L’accordo di programma, cd. Adriano 60, è stato sottoscritto da questa
amministrazione esclusivamente allo scopo di non perdere l’opportunità di
poter realizzare una scuola e, soprattutto, per conservare il finanziamento già
ottenuto per la stessa. Proprio in considerazione della priorità della
costruzione di una scuola media, questo assessorato, ha ottenuto che
nell’accordo si prevedesse la possibilità per il Comune di optare anche per
questa tipologia di scuola.
Decidere di non sottoscrivere l’accordo ( decisione che la Regione avrebbe
peraltro potuto superare utilizzando il potere sostitutivo, l’accordo infatti
è stato promosso dalla Regione) avrebbe quindi significato perdere il
finanziamento e attendere altri due anni per definire una diversa tipologia di
accordo, che comunque avrebbe dovuto sempre avere la Regione consenziente.
L’area e gli immobili sono infatti oggi di proprietà Aler e - nonostante il
Comune abbia più volte tentato di convincerli a fare un intervento più vicino
alle esigenze del quartiere, introducendo edilizia agevolata e sociale –
questa, unitamente alla Regione si è opposta a qualsiasi cambiamento del
contenuto dell’accordo , salvo quanto detto per la possibilità di prevedere
anche la scuola media (in alternativa alla scuola elementare, nel senso di
prevedere entrambe le possibilità).
Detto questo è bene ricordare che ad oggi non è stato attivato alcun
intervento con riferimento alla parte di area che dovrebbe essere oggetto di
intervento immobiliare, su di questa è infatti in corso il procedimento di
verifica per eventuali interventi di bonifica. In ragione di ciò
l’assessorato si è già attivato per cercare di ottenere lo stralcio dal
procedimento dell’immobile ove dovrebbe essere realizzata la scuola ( con
riferimento al quale non parrebbe esservi problema di contaminazione, ma gli
accertamenti devono ancora essere ultimati), per far si che questo intervento
possa essere avviato indipendentemente da quello immobiliare. Sul punto è
necessario l’accordo di Aler e degli enti competenti che partecipano al
procedimento di bonifica.
Certo i rapporti con Aler in questo periodo non sono facili e le reazioni dello
stesso sono sempre piuttosto lente e dilatorie. Ciò non di meno contiamo di
riuscire a dincontrarli entro dicembre. In caso ottenessimo lo stralcio, a quel
punto potremo decidere se avviare i lavori per la scuola media o elementare,
sapendo che le risorse su cui possiamo contare sono quelle del finanziamento già
ottenuto dal Comune ( circa 5 milioni di euro) e che la struttura consente spazi
e dimensioni precise.
Non è invece percorribile allo stato la via della “ridiscussione
dell’accordo”.
In primo luogo perché questa strada non è ora amministrativamente possibile,
trattandosi di un accordo, lo ripeto, ad iniziativa Regionale ( certo in una
futura e diversa composizione politica le valutazioni potrebbero cambiare, anche
da parte della Regione) è solo a questa istituzione che spetta qualsiasi
decisone sulle sorti dell’accordo; in secondo luogo perchè rimettere in
discussione l’accordo richiederebbe comunque non meno di 12/24 mesi e Aler non
cederà mai l’immobile su cui realizzare la scuola senza ottenere certezze
sull’area da edificare ( anche in questo caso le posizioni potrebbero cambiare
solo in un quadro politico diverso). Tutto ciò ritarderebbe ulteriormente la
possibilità di realizzare la scuola.
Premesso quanto sopra, non risponde poi completamente al vero quanto affermato
in merito agli accordi con GEFIM.
Vero è che la situazione del mercato rende i rapporti con gli operatori più
difficili, tuttavia nel caso in esame i tempi lunghi sono stati necessari perché,
come ho ripetuto più volte anche negli incontri pubblici, il PII ,approvato
dalla precedente amministrazione, non prevedeva tra le cessioni al pubblico,
l’area ove dovrebbe sorgere la nuova scuola media. Ciò ha reso necessaria una
modifica delle condizioni della convenzione, con una inevitabile negoziazione
tra pubblico e privato. L’accordo oggi è di fatto definito e contiamo entro
fine anno di riuscire a farlo approvare. Considerate le incertezze che l’ADP
Adriano 60 si porta dietro, di cui si è detto, non mi pare opportuno e prudente
( posta la priorità di realizzare la scuola media) fermare ora questo percorso,
li porteremo avanti tutti e due parallelamente, per poi scegliere l’ipotesi
che diviene per prima effettivamente operativa e percorribile.
Per quanto concerne poi la scuola materna, i ritardi nell’avvio dell’opera
dopo il rilascio del permesso di costruire ( alcuni mesi fa), sono addebitabili
anche a successive richieste di integrazione del progetto da parte degli uffici
dell’edilizia scolastica, su istanza di Milano ristorazione. Le integrazioni
hanno comportato modifiche progettuali che sono state proprio in questi giorni
depositate dall’operatore presso gli uffici e entro la metà di questo mese
saranno verificate in un’unica conferenza tra gli uffici. Contiamo di
autorizzare l’operatore a far partire la gara per la scelta dell’impresa che
realizzerà l’intervento entro dicembre, e quindi avviare i lavori nel 2013.
Sperando di aver chiarito i diversi passaggi e il percorso, chiarito che la
priorità è la costruzione della scuola media ( nell’uno o nell’atro sito)
e che quindi oggi tutte le azioni devono tener conto di questa emergenza, non ci
sono dubbi infine sul fatto che l’amministrazione farà tutto ciò che è
possibile per evitare ogni ulteriore speculazione edilizia e che cercherà in
tutti i modi di recuperare al patrimonio pubblico ( anche come edilizia sociale)
l’area di proprietà Aler, oggetto dell’intervento immobiliare. A tal fine
opereremo sicuramente accanto ai cittadini, pur sapendo che ogni modifica
radicale potrà essere ottenuta solo con il cambiamento politico alla guida
della Regione e il rinnovamento dei vertici dell’Aler.
I tempi questa volta dovrebbero aiutarci, considerato che, come abbiamo detto,
allo stato l’intervento immobiliare è ben lungi dal vedere la luce.
Cordiali saluti
Ada Lucia De Cesaris
Assessorato Urbanistica - Edilizia Privata
***
Allegato D
Gentile Assessora Lucia De Cesaris
Ringraziamo per la sollecita risposta.
Avremo tempo e altre occasioni di confronto per verificare i tempi e le promesse
contenute nel documento. Nell’immediato riteniamo che sia necessario precisare
quanto segue:
·
Gli spazi che ALER prevede di cedere all’interno del AdP “Adriano
60” non sono sufficienti per realizzare una scuola media adeguata. Le abbiamo
già ribadito diverse volte questo concetto, in tutte le occasioni che abbiamo
avuto modo di incontrarla, notiamo invece che nella sua replica ipotizza ancora
una volta che si possa realizzare la scuola media in questi spazi (citiamo dalla
sua risposta: “L’accordo di programma, cd. Adriano 60, è stato sottoscritto
da questa amministrazione esclusivamente allo scopo di non perdere
l’opportunità di poter realizzare una scuola ….. Proprio in considerazione
della priorità della costruzione di una scuola media, questo assessorato, ha
ottenuto che nell’accordo si prevedesse la possibilità per il Comune di
optare anche per questa tipologia di scuola.” e ancora “In caso ottenessimo
lo stralcio, a quel punto potremo decidere se avviare i lavori per la scuola
media o elementare…..”.). Noi sosteniamo che si debba/possa costruire la
scuola media all’interno dell’AdP “Adriano 60” ma occorre che ALER (o
Regione Lombardia) decidano di mettere a disposizioni tutto l’edificio
scolastico esistente e non solo una parte come si ipotizza.
·
Ci pare di capire che ormai anche lei sia convinta che l’AdP “Adriano
60” è esclusivamente una speculazione edilizia (citiamo dalla sua risposta:
“non ci sono dubbi infine sul fatto che l’amministrazione farà tutto ciò
che è possibile per evitare ogni ulteriore speculazione edilizia e che cercherà
in tutti i modi di recuperare al patrimonio pubblico ( anche come edilizia
sociale) l’area di proprietà Aler, oggetto dell’intervento
immobiliare.”). Si commenta da sola poi la sua affermazione: “nonostante il
Comune abbia più volte tentato di convincerli a fare un intervento più vicino
alle esigenze del quartiere, introducendo edilizia agevolata e sociale”.
Significa, fuor di metafora, che Regione Lombardia e ALER (due enti pubblici)
stanno realizzando qualcosa che è contrario all’interesse dei cittadini. Le
risparmiamo la retorica su cosa dovrebbe essere la buona politica, ci
permettiamo però di segnalare che non è questo che ci aspettiamo da questa
Amministrazione: se non è nell’interesse dei cittadini del quartiere, questa
operazione “non sa da fare”.
Grazie per l’attenzione.
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2.
Prossimi banchetti per la raccolta firme art. 8 e art. 18:
- lunedì 20 nov. dalle 10 alle 13 - mercato via cambini
- lunedì 20 nov. dalle 17 alle 20 - uscite della linea 1 Turro
- lunedì 20 nov, dalle 17 alle 19 - Pasteur-
via dei Transiti
- martedì 21 nov. dalle 10 alle 14 - davanti alla Rizzoli
- martedì 21 nov dalle 17 alle 20 - uscite Mm Precotto - Villa San Giovanni
- martedì 21 nov. dalle 17 all 20 - Viale Monza all'incrocio con via Sauli
- venerdì 23 nov. dalle 17 alle 20 - uscite Mm Turro - Gorla
- domenica 25 dalle 15 alle 21 presso Elfo Puccini Corso Buenos Aires
Mentre continuano i banchetti per la raccolta delle firme, a Segrate l'Ibm ha
iniziato ad utilizzare la nuova normativa sull'art. 18.
Di seguito il comunicato della rappresentanza dei lavoratori:
GRAZIE MINISTRO FORNERO … E GRAZIE IBM
Nei giorni scorsi, IBM ha attivato una procedura di licenziamento individuale
per giustificato motivo oggettivo nei confronti di due nostri colleghi; in
estrema sintesi il concetto è così riassumibile: la vostra attività non c’è
più o è stata trasferita all’estero e quindi vi licenziamo.
Certamente le modifiche apportate dalla riforma Fornero all’art. 18 dello
Statuto dei Lavoratori facilitano il compito a una IBM che mostra sempre di più
la faccia feroce.
Dopo i Trasferimenti collettivi la cui vera finalità era convincere a
dimissioni spintanee i lavoratori coinvolti, dopo il dilagare di trasferte
cosiddette long trip finalizzate anche a convincere chi resiste alla martellante
campagna di incentivi alle dimissioni, sono arrivati i licenziamenti
individuali.
Il sindacato garantirà ai colleghi il supporto legale necessario e si batterà
per scongiurare questi licenziamenti, ma è necessario che tutti i colleghi
dimostrino con evidenza il loro dissenso e la loro distanza dal comportamento
aziendale; certo bisogna reagire per solidarietà, ma anche per tutelarci nei
confronti di un’azienda che adotta i più brutali metodi di
gestione di quelle che chiama risorse umane.
Novembre 2012
Coordinamento Nazionale R.S.U. IBM Italia S.p.A.
R.S.U./R.S.A. SISTEMI INFORMATIVI
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3.
Il 25 novembre si svolgono le primarie del centrosinistra. Il confronto a
tutt'oggi è stato esclusivamente mediatico senza
coinvolgimento del territorio e che ha riguardato fondamentalmente i due
candidati del Pd Bersani e Renzi.
Anche per questo ci piace segnalare l'avvenuta costituzione in zona 2 del
comitato pro Vendola che in questa ultima settimana farà circolare un appello
proposto da Dino Barra del comitato genitori e consiglio di istituto della casa
del Sole
(la scuola del Trotter) che proponiamo qui di seguito:
PRIMARIE DEL CENTRO SINISTRA: APPELLO PER NIKI VENDOLA
La drammaticità della crisi – morale e politica, non solo economica- che
attraversa il nostro Paese, impone a tutte " le donne e uomini di buona
volontà" di non chiudersi nella propria sfera privata o in uno sterile
ribellismo antipolitico.
Occorre riaffermare una convivenza civile fondata sul primato del bene comune e
l’impegno politico, la partecipazione di ognuno alla discussione pubblica, è
la condizione imprescindibile a che ciò si verifichi.
Le primarie del 25 novembre che chiamano il "popolo del centro -
sinistra" a scegliere il candidato premier sono da questo punto di vista
una occasione da non perdere. Invitiamo tutti a parteciparvi, a utilizzare
questa occasione per decidere su un pezzo importante di futuro politico
dell’Italia.
Il nostro auspicio è che dal
confronto delle primarie esca un candidato premier del centro sinistra che
metta al centro del suo programma – in modo chiaro e indiscutibile –
il tema della difesa dei diritti sociali, in primo luogo il diritto al lavoro,
alla salute, all’istruzione per
TUTTI. Che metta al centro del suo
programma un’idea della
convivenza civile fondata sul valore della giustizia sociale e delle libertà
civili individuali e collettive. Che adotti con decisione politiche di
redistribuzione della
ricchezza e di sostegno del reddito dei ceti medio – bassi voltando pagina
rispetto a vent’anni di politiche neoliberiste - comprese quelle della cosiddetta "agenda Monti” - che
hanno alimentato povertà e diseguaglianze.
E’ sulla base di questo auspicio che noi sosteniamo Niki Vendola come
candidato premier della coalizione di centro sinistra. La sua storia politica
personale, le sue battaglie pubbliche – ad esempio, contro la cancellazione
dell’art. 18 dello statuto dei lavoratori – la sua esperienza di governatore
della Puglia, esempio positivo di una possibile sinistra di governo, tutto
questo e altro ancora ci porta a ritenere che possa essere lui più di altri il
miglior garante di un programma per l’Italia fondato sulla difesa del lavoro e
dei diritti sociali.
Per
questo noi lo voteremo, per questo invitiamo tutti i cittadini a sceglierlo come
candidato premier del centro sinistra nelle primarie del 25 novembre.
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4.
LA MULA DI SANT’AMBROGIO E I ROM A MILANO
di Deborah Besseghini (capogruppo Sel zona2)
Che noia! Ogni volta che un consiglio di zona approva qualche delibera in
argomento, la Lega cerca di richiamare dagli inferi l’ombra di Zinagaropoli
attraverso il medium della stampa, e ci tocca rispondere alle solite infondate
accuse che vorrebbero questa amministrazione prona ai voleri delle comunità
rom, con le quali ovviamente Pisapia sarebbe in combutta.
Dico solo due cose sulla questione del limes e dei margini.
Primo, che grazie alla politica degli sgomberi della precedente amministrazione,
le comunità rom si sono limitate a girare in senso orario e antiorario intorno
ai confini di Milano come la famosa mula di Sant’Ambrogio. Quello che questa
amministrazione sta cercando di fare è esattamente il contrario: evitare di
sprecare soldi pubblici in azioni inutili. Se si vuole cominciare a metter mano
al “problema” rom e lavorare per una effettiva inclusione sociale delle
comunità rom e sinte, dobbiamo pensare a politiche di lungo periodo, non ad
azioni spettacolari, e smettere di muoverci secondo una logica emergenziale.
Secondo, bisogna combattere la progressiva marginalizzazione dei gruppi più
deboli e evitare che sul territorio sorgano e si radichino baraccopoli e
favelas, anche come conseguenza della crisi economica. Dobbiamo dunque avere il
coraggio, in generale, di spendere soldi pubblici per evitare che la crescente
marginalizzazione delle comunità più deboli diventi un problema sociale e di
sicurezza ingovernabile. Altro che cittadini discriminati! Questo è un
obbiettivo comune a tutti.
Quanto detto non riguarda solo i rom, ma per restare sulla possibilità
dell’inclusione sociale dei rom, a mio parere, dobbiamo deciderci: o
investiamo risorse in un piano di lungo periodo volto a superare le condizioni
di marginalità, come han fatto con buoni risultati altri paesi europei (per
esempio la Spagna), oppure, se davvero si ritiene dimostrato che tutti i rom in
quanto tali, e senza eccezione alcuna, siano asociali e inadatti o non
desiderosi di partecipare alla vita di una più vasta comunità, allora è da
domandarsi davvero perché continuare a investire in eterno risorse per
spostarli da destra a sinistra, da sinistra a destra, da sopra a sotto, da sotto
a sopra, e da un paese comunitario all’altro. Bruciamoli tutti che ci costa
meno!
Il “superamento” dei campi rom è l’obbiettivo dichiarato nel lungo
periodo tanto della vecchia quanto della nuova amministrazione. Non capisco
dunque fino in fondo le polemiche della Lega. Sarebbe invece interessante capire
come sono state spese le ingenti risorse del piano Maroni per la cosiddetta
“emergenza nomadi”, visto che non mi pare si sia risolto nemmeno un pezzo
del “problema”.
La politica del superamento dei campi, in ogni modo, implica necessariamente che
da qualche parte i rom che vivono nei campi debbano andare, e le istituzioni
hanno qualche responsabilità a riguardo. Quello che il Consiglio di zona 2 ha
voluto sottolineare con la sua delibera è che tale politica non può funzionare
se non si ragiona ampiamente anche sul fronte dell’accompagnamento al lavoro,
e non solo su quello dell’abitazione. Niente di strano: se lavori, esci dal
campo anche con le tue gambe e non hai bisogno di ulteriore assistenza. Di più:
senza una politica che favorisca l’istruzione e l’inserimento lavorativo dei
rom e dei sinti, parlare di sicurezza e di legalità credo sia come abbaiare
alla luna. Bisogna creare le condizioni perché nel futuro queste persone escano
dalla condizione di estremo disagio sociale ed economico in cui sono spesso
confinate: solo allora si potranno combattere efficacemente le varie forme di
criminalità più o meno organizzata sviluppatesi in questi anni all’interno
anche delle comunità rom.
Nessuno si illude che percorsi di questo tipo possano funzionare immediatamente
in tutti i casi, ma se funzionassero per qualcuno, e soprattutto per i più
giovani, sarebbe già un bel passo avanti nella direzione del superamento della
marginalità per la popolazione rom e sinta. E d’altronde, meglio avere il
coraggio di scegliere una direzione e coerentemente prendere delle decisioni,
per quanto eventualmente impopolari, piuttosto che continuare a abbaiare alla
luna o a camminare in tondo, come notoriamente avevano il vizio di fare la mula
di Sant’Ambrogio e i rom a Milano al tempo di De Corato.
(N.d.a. Partito con la sua mula nottetempo da Porta Romana, e diretto a Pavia
con l’intento di scappare da Milano perché non voleva diventarne il vescovo,
Ambrogio si ritrovò a Porta Romana la mattina successiva. Aveva semplicemente
girato intorno alla città. Un’altra volta la fidata mula lo portò, si dice,
solo fino a Corbetta…)
Scritto in relazione a Non bastano le case riservate. Ai rom anche un lavoro
sicuro, di Serena Coppetti, “Il Giornale” 08/11/12
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5.
Il Sinodo: i problemi riescono ad emergere, le conclusioni sono deludenti.
Propositiones ripetitive, ogni problema è sospeso e rinviato
di Vittorio Bellavite, coordinatore di "Noi siamo Chiesa"
Si è concluso domenica 28 ottobre
il Sinodo dei vescovi su “La
nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”, in una
diffusa disattenzione dell’opinione pubblica sia “laica” che
cattolica.L’argomento di questo Sinodo era
molto interno alla vita della Chiesa e ciò può dare ragione della
disattenzione della più generale opinione pubblica. Quanto all’opinione
cattolica l’area più moderata e potenzialmente interessata a sapere
cosa vi è successo, forse è
rimasta di lato anche perché sempre più consapevole che un Sinodo che discute
e non delibera ha un interesse
relativo. L’area più “conciliare” poi ha sempre ritenuto il Sinodo
una semplice immagine di comodo che
cercava di coprire (invano) il
rifiuto della vera collegialità prevista dalla Lumen Gentium. La sua
stessa funzione consultiva è poi
ulteriormente mortificata dal fatto che è il papa a tirare le
conclusioni dopo molti mesi dal suo svolgimento
con un proprio documento, scarsamente letto ed “usato”, a quanto ci
risulta.
Tuttavia nell’assenza di altre occasioni di incontro dei vescovi tra di loro
sui problemi di tutta la cattolicità (che non siano quelle ultra selezionate
interne alla curia vaticana)
il Sinodo è sempre un momento importante per sapere e capire cosa bolle in
pentola. Quest’anno in particolare lo era per gli scandali che hanno coinvolto
il vertice della Chiesa e, più in generale, vaste aree dell’episcopato e del
clero sulla questione della pedofilia. La sua composizione ha i limiti consueti:
quasi trecento padri sinodali solo dieci donne come “esperte”.
I lavori del Sinodo non sono aperti e ci si deve accontentare dei resoconti
degli interventi divulgati dalla sala stampa e che dovrebbero essere scritti dai
diretti interessati. Niente di sa poi dell’ora di discussione a soggetto che
conclude ogni assemblea. Essendo l’argomento
del Sinodo molto vasto e troppo
generale e generico è evidente che si poteva parlare di tutto. E così è
stato. Ci si poteva permettere di esprimere punti di vista senza troppi binari
precostituiti.
Tutto ciò premesso, la lettura analitica dei vari interventi è abbastanza
interessante, soprattutto quella dei vescovi “periferici” meno legati alla
ripetizione del consenso “vaticano”
degli “ortodossi” sparsi in ogni continente. Molti interventi hanno
raccontato la realtà delle chiese locali; ci si può accorgere così della
varietà delle situazioni e delle proposte che l’esasperata centralizzazione
cresciuta dopo il Vaticano II non riesce a impedire. Sono venute a galla spesso
l’attenzione e l’interesse per le piccole comunità di base, frequenti riflessioni
autocritiche sul funzionamento delle strutture, il problema della credibilità
della proposta del messaggio evangelico e dell’inculturazione sia in
Africa che in Medio ed Estremo Oriente, l’uso delle lingue locali e le
traduzioni della Bibbia, la liturgia, l’emergenza delle “sette”, il
problema di una efficace catechesi, la famiglia disgregata, le coppie di fatto e
i divorziati risposati, la mancanza del clero, il ruolo delle donne ecc….In
complesso emergono da tanti interventi della periferia consapevolezza dei
problemi, speranza e tenacia. Due analisi di alcuni interventi particolarmente
interessanti sono stati fatti su
Adista (n.40) e da Marco Politi sul “Fatto” (del 7 novembre). Di grande
interesse il discorso del Padre Nicolàs, il papa nero, superiore dei gesuiti ,
da leggersi per intero.
In questo clima di molti interventi “veri” ci sono invece stati dei silenzi
sconcertanti praticamente in tutti gli interventi dei Padri sinodali. Dello
scandalo della pedofilia del clero praticamente non se ne è parlato. Ugualmente
gli scandali e il marasma nella gestione del
Vaticano sono stati ignorati. Ma non sono queste questioni che ostacolano
pesantemente l’evangelizzazione ? E sono questioni che sono venute a
conoscenza in tutto il mondo
cattolico. Altre questioni intraecclesiali, che dovrebbero essere importanti
(sicuramente nella cristianità occidentale) come quelle della gestione delle
risorse della Chiesa e di un
maggiore pluralismo nel funzionamento delle strutture ecclesiastiche sono state
sostanzialmente ignorate.
In fine citerò solo due brani illuminanti. Mons. Shaw di Lahore in Pakistan
dice:”Ciò che proviene dall’Occidente, per i mussulmani, proviene dai
cristiani. …La maggior parte dei mussulmani è convinta che la rilassatezza
dei costumi, lo sfruttamento dei popoli poveri e deboli, il disprezzo della
religione mussulmana che avvertono da parte degli occidentali, provengano dagli
occidentali o dal cristiano. Come e cosa fare per evitare che i mussulmani
confondano cristianesimo e occidente, cristiani e occidentali
e che si sentano scherniti,
frustrati?” E il Patriarca greco melchita di Siria ha detto: “La nostra
bella fede cristiana è troppo complicata; i termini, il loro contenuto e la
loro spiegazione. Siamo sommersi da una serie di dogmi e di misteri: la Santa
Trinità, l’Incarnazione, la Redenzione, i sacramenti. E’ necessario che i
dogmi siano interpretati in una forma capace di toccare la vita quotidiana, le
aspirazioni umane, la felicità e la prosperità, le realtà quotidiane dei
nostri fedeli”.
Alla fine il Sinodo ha discusso e votato 58 propositiones, che il papa dovrebbe
prendere in considerazione per redigere il documento finale. Dovrebbero essere
destinate solo al papa ma, poiché in passato sfuggivano al segreto e riuscivano
ad essere comunque divulgate, ora il Sinodo le distribuisce in un testo
ufficioso e solo in inglese (il testo ufficiale è sempre il latino). Queste
propositiones dovrebbero esprimere il dibattito e vengono discusse e votate in
assemblea.
Una loro paziente lettura serve per
capire che l’area di discussione e di ricerca che in qualche modo c’è stata
nell’aula consiliare, è stata
molto parzialmente raccolta. Tutto
viene stemperato in ripetizioni di cose risapute e date per acquisite, nessun
vero problema dei tanti della Chiesa veramente messo a nudo, magari in termini
problematici per aprire la discussione. Eppure non c’è questione più
importante della secolarizzazione e della nuova evangelizzazione che dovrebbe
essere affrontata con coraggio, scavalcando le paure curiali.
L’ermeneutica del Concilio come continuità nella storia della Chiesa
è data per acquisita, le encicliche vengono
tutte ricordate così come il Catechismo del 1992. Ogni sacramento viene
“rilanciato” (soprattutto la confessione). La liturgia, le manifestazioni
della pietà popolare, i nuovi movimenti che devono collaborare con
le parrocchie, la funzione dei preti, della vita consacrata, dei laici,
delle donne , la pastorale dei migranti, la catechesi, l’importanza della
domenica e via di questo passo. Non esistono priorità, non esistono “aree”
sulle quali avviare la ricerca, magari la sperimentazione. Il problema dei
divorziati risposati (che molti avevano sollevato) è stato risolto con poche
parole nel solito modo ( la Chiesa li accoglie ma continuano a non potersi
comunicare durante la celebrazione eucaristica), il problema della carenza del
clero resta congelato. Insomma, è stato un grande forum perché gli
ecclesiastici nel mondo si incontrino, si conoscano, discutano, qualcosa di
lontano da quello che servirebbe alla Chiesa in questa fase di stagnazione e di
difficoltà.
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6.
I prossimi banchetti promossi dai comitati e partiti
- lunedì 29 ottobre dalle 9.00 alle 13.00 al mercato di Via Cambini angolo
via Padova
- mercoledì 31 ottobre dalle 9.00 alle 13.00 al mercato di via Emo
Appello al Pd
Care e cari compagni o anche amiche e amici , certo siete al corrente dei due
referendum art.8 e art. 18 .
A nostra volta siamo al corrente della scelta del vostro partito di non essere
tra i promoteri e di non aderire.
Questo ovviamente non implica la vosta indifferenza ai contenuti , che certo
considerate di rilievo : non è infatti immaginabile una sinistra che
sottovaluti questo ordine di problemi ed acconsenta all'indebolimento dei
diritti dei lavoratori , inclusi quelli della libera scelta di organizzarsi
sindacalmente come ritengono. Emblematica è la vicenda della Fiom .
Il vostro giudizio che l'art. 18
come modificato mantenga la sua valenza di tutela del lavoratore non è
da noi condiviso , ma ovviamente rispettato . Altrimenti non vi scriveremmo.
Ricordiamo che la Cgil fu critica sulla modifica e anche molti esponenti del PD
. Dunque in caso di successo elettorale del centrosinistra l'art.18
per legge , potrebbe essere riavvicianto al suo tradizionale ruolo . E la
quantità di firme raccolte favorirà , e non imporrà, questa ipotesi , che
forse potete condividere.
Ancor più grave è l'art. 8 , per legge , consente deroghe ai contratti
nazionali di lavoro e a fondamentali pilastri della legislazione del lavoro ,
incluso lo Statuto. Luciano Gallino l'ha definito un mostro giuridico e
anticostituzionale .Fu varata dal governo Berlusconi e dal perfido Sacconi . Con
il vostro voto contrario . Indubbiamente da eliminare , anche per legge , dal
nuovo parlamento . Molte firme per il referendum , molte probailità che accada
, poche firme , poca probabilità , quasi nessuna, temiamo. Il nostro invito è
questo : partecipate alla raccolta firme con noi ai banchetti, firmate i 2
referendum. Noi in zona 2 e 3 non li pensiamo referendum prevalentemente dei
partiti ma di contenuto, forti se ,
per quanto possibile , unificano .Riguardano tutti. Certi che a sinistra è
sempre bene parlarsi , saremmo proprio contenti di una vostra risposta .
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7.
Lunedì 29 ottobre - ore 20 - Camera del Lavoro - Corso di Porta Vittoria 43
.
“BE’…che c’è da ridere “ spettacolo
e solidarietà .
"Be'... che c'è da ridere" . Corruzione e scandali dilagano
, e’ in crisi la convivenza civile e il senso di appartenenza ad una
comunità . Adesso basta.
Siamo indignati , vogliamo reagire al degrado etico e culturale
. Alle ingiustizie sociali.Con una serata di satira e ironia, di denuncia
e di divertimento e di buon vino. Con i comici :Claudio Batta, Luca Clobas,
Leonardo Manera, Diego Parassole, Alberto Patrucco, Rita Pelusio, Flavio Pirini,
Davide Rota, Henry Zaffa. Con la partecipazione di Onorio Rosati, segretario
generale della Camera del lavoro che ci ospita.
Siamo indignati con l'ex vicesindaco De Corato , che ai tanti lutti arrecati
alla città aggiunge questo : il Manifesto ha perso una causa civile da lui presentata contro
Luca Fazio , per un articolo del 2009 in cui Luca
raccontava un corteo di 10mila persone contro lo sgombero del centro
sociale Conchetta .
Luca , oggi cassaintegrato, è stato condannato ad un risarcimento di 20mila
Euro. Dedichiamo la serata del 29 alla solidarietà con il Manifesto . Insieme
abbiam lottato e lottiamo per ciò che è giusto . Ciascuno faccia la sua parte
. Siamo tutti con Luca .
Siamo indignati per le leggi che
hanno cancellato decenni di conquiste dei lavoratori. Abbiamo aderito ai
due referendum sul lavoro , art. 8 e art. 18 . Nel corso della serata
raccoglieremo le firme , in difesa dei diritti
e delle libertà , per il presente e per il futuro delle nuove
generazioni.
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8.
I quarantanni del Teatro Officina
Carissimi,
quando ripenso ai tanti amici che da sempre dimostrano al Teatro Officina il
loro affetto con la propria presenza ed attenzione, penso che questi
quarant’anni trascorsi ci hanno regalato davvero molto in rapporti, sorrisi,
relazioni, un capitale che considero un valore inestimabile e che sono felice di
aver avuto in dono.
Come saprete, i festeggiamenti per il Quarantennale del Teatro Officina stanno
per entrare nel vivo, e due nostri spettacoli presentati
al Piccolo Teatro Studio e al Teatro Elfo Puccini inaugureranno la
stagione teatrale 2012-2013.
Lunedì 29 ottobre alle ore 21:00 al Piccolo Teatro Studio Expo lo spettacolo
VIAGGIO_CONCERTO PER POESIA, MUSICA, UMANITA’ E SILENZI
intreccerà materiali poetici sul tema del viaggio con la musica dal vivo
dell’ensemble dei Sursum Corda. L’ingresso è gratuito fino ad esaurimento
dei posti disponibili, prenotazione obbligatoria su www.teatroofficina.it; i
biglietti potranno essere ritirati direttamente presso il Teatro Studio la sera
dello spettacolo.
Martedì 30 e mercoledì 31 ottobre alle ore 21:00 al Teatro Elfo Puccini viene
proposto lo spettacolo TEATRO CON IL CAPPELLO, uno spettacolo interattivo che
ripercorre, come in una caleidoscopica passerella, 40 anni di repertorio del
Teatro Officina. Il costo del biglietto intero è di € 16,50; riduzione a €
11,50 per i possessori della tessera annuale del Teatro Officina e per gruppi di
almeno 10 persone (prevendita € 1,50 inclusa). Per info e prenotazioni: Teatro
Elfo Puccini, tel. 02.00660606, mail biglietteria@elfo.org, sito www.elfo.org.
In occasione del Quarantennale sono previsti molti altri incontri e
appuntamenti; rimanete aggiornati consultando le news del nostro sito e la
nostra pagina facebook.
Un caro saluto.
Massimo de Vita
Teatro Officina - Via S. Elembardo, 2 - Milano
Tel. 02-2553200 - Fax 02-27000858 - Mob. 349-1622028
Skype ID: teatro officina
info@teatroofficina.it | www.teatroofficina.it
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9.
Associazione Culturale Casa della Poesia - Milano Parco Trotter
Con il patrocinio dell’ I.C. “Casa del Sole”- Milano
Per il ciclo “Dietro il Testo 2012/13”
Lunedi 29 ottobre 2012 - ore 18 - Ex Chiesetta Parco Trotter
Tiziano Rossi a colloquio con Mario Santagostini
L’ingresso principale del Parco Trotter è in Via Giacosa, 46 - Milano - M1
Rovereto.
Con una passeggiata di due minuti tra gli alberi sul viale di sinistra, si
avvista il campanile della Ex Chiesetta.
Sarà sempre aperta l’entrata di Via A. Mosso, 7 (Angolo Via Padova)
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10.
La Biblioteca Crescenzago di via Don Orione ospita da mercoledì 7 novembre a
mercoledì 5 dicembre 2012
Le case ALER di via Celentano 1 e 2: una storia lunga più di 80 anni
Una mostra documentaria – carte storiche, materiali fotografici e testimonianze di vita vissuta ,- che racconta la storia di due caseggiati popolari costruiti nel 1932 in via Celentano quando ancora la via Padova attraversava boschi, campi coltivati e rogge.