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Gronda nord e metrotramvia a raso bocciate dal CdZ 2
Le rubriche
con il senatore Antonio pizzinato
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Gli annunci e le opportunita'
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MartesanaDUE mensile di informazione, cultura e annunci della zona due di Milano citta'
Editore Comedit 2000
Direttore Paolo Pinardi
Redazione Gianni Bazzan, Mattia Cappello, Adele Delponte, Ferdy Scala, Luciana Vanzetti, Aurelio Volpe
Red. e pubblicita' Via delle Leghe, 5 20127 Milano Tel. 02/28.22.415 Fax 02/28.22.423
Reg. Trib. MI n. 616 settembre 99
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L'isola
ambientale di viale Monza l'interesse suscitato dalla proposta
Organizzato
dalla redazione di MartesanaDue, il dibattito presso il circolo Bertolt
Brecht di via Padova e' stato una utile occasione di incontro (ne
seguiranno altre) fra gli estensori del progetto (nella fattispecie
l’arch. Emanuela Dentis) e la cittadinanza. Il
progetto di isola ambientale e' sato richiesto al Laboratorio Abita dalla
Agenzia Mobiita' ed Ambiente del Comune ne mese di maggio ed una bozza di
progetto e' stata consegnata alla Agenzia, e quindi all’assessore Goggi,
nel mese di settembre.Solo nei prossimi giorni il Comune dovrebbe
consegnare al Laboratorio le proprie controdeduzioni (modifiche,
approfondimenti, etc). Staremo a vedere se si tratta dell’ennesimo
“annuncio” senza sviluppi successivi da parte della giunta e, se si
andra' avanti, se si sara' in grado di spiegare alla cittadinanza gli
svantaggi (pochi) ed i vantaggi (tanti, non ultimo il consolidamento del
senso di identita' della comunita' derivante da uno spazio urbano a misura
di pedone, ciclista, bambino a piedi e piccolo commercio). Una
"isola ambientale"e' una "zona composta da sole strade
locali, con mobilita' ridotta, finalizzata al recupero della vivibilita'
degli spazi urbani", in quanto il transito dei veicoli a motore
"viene dirottato sulla viabilita' principale, con la conseguente
eliminazione del traffico di attraversamento delle singole isole
ambientali". Nell’ambito
dell’isola si applica la normativa prevista dalla classificazione di
zone a traffico pedonale privilegiato caratterizzata da: precedenza
generalizzata per i pedoni rispetto ai veicoli;
limite di velocita' di 30 km/h;
schema di circolazione dei veicoli tale da impedire la funzione di
attraversamento, costringendo le uscite dalla zona su percorsi prossimi a
quelli di ingresso (percorsi ad U); alberature ed arredi in grado di
rompere la linearita' prospettica della strada; la presenza di marciapiedi
rialzati o il rialzo dell'intera intersezione nei punti di entrata e di
uscita dalla subarea. A
quanto e' dato capire, la zona due e' forse quella per cui il progetto di
isole ambientali e' più avanti (solo tre consigli di zona ne hanno
parlato, in zona 1 la proposta e' stata semplicemente bocciata),
probabilmente perche' l’area interessata (un triangolo isoscele con
vertice piazzale Loreto, delimitata da viale Monza, via Leoncavallo/Andrea
Costa sino a poco oltre il ponte della ferrovia) insiste su quel Parco
Trotter che dal Laboratorio Abita e' stato gia' studiato per un altro
progett comunale (di cui abbiamo dato ampia notizia) e che dell’isola
ambientale assumerebbe nei fatti il ruolo di perno. L'isola
ambientale proposta dallo studio di fattibilita' del Politecnico riguarda
un triangolo, con il vertice in piazzale Loreto, compreso tra viale Monza,
via Leoncavallo e il limite settentrionale del rilevato ferroviario. Ha
una superficie di circa 530.000 metri quadri ed e' composta da 28 strade,
per un totale di 6.652 metri lineari. L'isola ambientale e' divisa, nel
progetto, in quattro "subaree": la prima compresa tra piazzale
Loreto, viale Monza, via Giacosa e via Padova, la seconda compresa tra
piazzale Loreto, via Padova, via Predabissi e via Andrea Costa, la terza
compresa tra via Giacosa, via Padova (lato Nord) e il rilevato
ferroviario, la quarta compresa tra via Predabissi, via Padova (lato
Nord), via Leoncavallo e il rilevato ferroviario. Gli
obiettivi della isola ambientale: privilegio del pedone e moderazione del
traffico, percorsi sicuri per una utenza scolastica 0-14 valutata in 4000
bambini, ridare un senso al commercio locale, “stretto” fra la
concorrenza del negozio centrale e la grande distribuzione
nell’hinterland. Fra
i problemi, innanzitutto quello dei parcheggi: nella zona delimitata ogni
notte sostano circa 2000 auto e di queste ben 800 sono in divieto di
sosta. Gli interventi di pedonalizzazione sottraggono 70 posti auto ma in
compenso due parcheggi sotterranei sono in costruzione ed altri tre sono
programmati, per un totale di 1200 posti auto. Sono
inoltre previsti posteggi a pagamento su via Giacosa e via Padova. Si
accede all’isola ambientale da una dozzina di “porte” e alle spalle
del ponte della ferrovia alcune inversioni di sensi unici devieranno il
traffico non locale al di fuori dell’area.Viene fortemente ridotta la
sezione stradale di via Giacosa e si rialza parte del selciato di via
Rovereto e via Crespi. Una volta ristruuturato l’ex Convitto del
Trotter, via Mosso acquista una nuova dignita'.Il traffico trasversale da
via Pasteur, Crespi e Transiti e' scoraggiato con la inversione dei sensi
unici. Una
volta ridotto il peso del traffico non locale, e' possibile che si
abolisca il senso unico su via Padova, dove ogni 60 metri e' previsto un
attraversamento pedonale. Un
reticolato d piste ciclabili locali “per utilizzare la bicicletta come
mezzo di locomozione” e' previsto sulle vie Giacosa, Transiti, Padova,
Crespi e Clitumno, ed un anello “di puro piacere ciclistico” intorno
al Trotter. Pierluigi
Burgheroni, architetto, ha osservato che il progetto si basa su quel
"principio di gerarchia" tra le componenti del traffico, che
vede al primo posto il pedone e poi, nell'ordine: la mobilita' non
motorizzata, quella su mezzo pubblico di linea, la circolazione dei
veicoli non di linea e, da ultimo, la sosta dei veicoli. Ci saranno
idealmente strade destinate all'ingresso e all'uscita dall'isola e
"strade-parcheggio" nelle quali viene scoraggiata la
circolazione e privilegiata la sosta, anche "a pettine", per
aumentarne la capienza. All'interno
dell'isola ambientale, il traffico subisce una riduzione sia nella quantita',
sia nella velocita'. Il limite di velocita' (30 km/h nella zona e ancor
meno nelle zone residenziali) e' tale da rendere compatibile la presenza
di veicoli con "modi d'uso pedonali e stanziali negli stessi
spazi". Il limite di capacita' (sezioni stradali ristrette,
canalizzazioni, strettoie) e' tale da rendere compatibili i volumi di
traffico con la capacita' ambientale dell'area e da rendere possibile lo
svolgimento della "vita urbana" lungo la strada, riducendo le
emissioni inquinanti da traffico automobilistico. Moderazione
del traffico e pedonalizzazione vuole dire ad esempio che il bacino di
utenza dei bambini che potranno recarsi a piedi sino al parco Trotter
ammonta a qualcosa come 4000 bambini. A.V.
Venerdi' 22 febbraio nell’oratorio della parrocchia San Giovanni Crisostomo, si e' svolto un incontro che ha visto protagonisti da un lato l’Imam Abdullah e il direttore della “Casa della cultura islamica”, dall’altro la comunita' cattolica, con il coordinamento del parroco don Piero Cecchi e del capo scout Carlo Silva. La serata, sottotitolata “conoscere chi ci sta accanto”, non era un evento isolato ne' la risposta impulsiva alle tensioni degli ultimi eventi internazionali, ma voleva porsi come ulteriore passo nel cammino di comprensione della religione musulmana intrapreso da una via Padova in cui convivono numerose e diverse realta' etniche. E’ in via Padova 144, infatti, che ha sede la casa della comunita' islamica, centro religioso e culturale a cui fanno riferimento i fedeli musulmani della zona. Il direttore ne ha illustrato le attivita', prima fra tutte la preghiera del venerdi', assicurando che la partecipazione e' aperta a chiunque. Purtroppo il dibattito si e' impostato unilateralmente, con i partecipanti cattolici che facevano domande a cui l’Imam rispondeva. La curiosita' ha toccato, com’era prevedibile, la condizione della donna, una delle questioni su cui più divergono la cultura occidentale e quella islamica: al di la' degli estremismi del burka, vedere una donna velata e solitamente isolata nella societa' e' sempre fonte di dubbi. Corano alla mano, l’Imam ha voluto precisare come questo stile di vita non sia in contraddizione con la liberta' personale di ogni singola donna, che occupa invece posizioni di primo piano nell’organizzazione della famiglia. Con un pizzico di diplomazia si e' evitata la polemica su un fatto di cronaca piuttosto spinoso: Safiya, la donna etiope che a causa di una violenza ha avuto un figlio al di fuori del matrimonio, benche' vittima verra' condannata alla lapidazione per adulterio. Perche' il Corano permette questa ingiustizia, considerando anche che il violentatore e' stato assolto? In questo caso e' difficile spiegare, cosi' come lo e' capire, che non di religione vera si tratta, ma di arbitrarie manipolazioni della legge coranica. Allo stesso modo sono state poste domande sulle condizioni sociali e politiche degli stati islamici, domande gia' di per se' ardue, a cui comunque non si poteva dare risposta esauriente in quella sede e nel poco tempo a disposizione senza rischiare di scadere nei soliti luoghi comuni. L’iniziativa, lodevole, meritava una risposta migliore da parte degli stessi parrocchiani. Della quarantina di persone intervenute, infatti, la maggior parte era gente gia' da tempo impegnata a conoscere l’islam e la comunita' musulmana di via Padova, e con un’eta' media piuttosto elevata; sarebbe stata più utile la partecipazione di giovani adulti digiuni sull’argomento e interessati a creare una convivenza attiva e consapevole nella loro zona di residenza. E anche sarebbe buono creare un confronto più ampio tra comunita' islamica e comunita' cattolica, anziche' limitarsi a un interrogatorio a senso unico. Sempre perche' la conoscenza dev’essere, appunto, reciproca. Laura Andreozzi
Ristrutturazione Stazione Centrale Ho
potuto esaminare da vicino il progetto di ristrutturazione dell'interno
della Stazione Centrale presentato da Grandi Stazione alla Sovrintendenza
ai Beni Architettonici della Lombardia nell'agosto scorso. Il
Comunicato Stampa pubblicato dall'ultimo numero del giornale mantiene
tutta la sua validita' per tutti gli aspetti del progetto che sono in
contrasto con la monumentalita' dell'edificio. Potete
leggere nel riquadro a parte il testo della lettera di risposta inviata
dalla Sovrintendenza a Grandi Stazioni con le stesse osservazioni fatte
dal Comitato per la Difesa della Stazione Centrale. Sul
mio sito sono presenti alcune parti del progetto ed i lettori che hanno
l'accesso Internet possono rendersi conto personalmente dei numerosi
soppalchi e balconate previsti nella Galleria delle Carrozze, nel salone
delle Biglietterie, nei quattro saloni al piano dei treni e nel salone dei
treni. Vorrei
qui mettere l'accento sul problema dell'accesso ai treni da parte dei
passeggeri. Vengono
eliminate nel progetto tutte le scale mobili che portano direttamente dal
piano terreno al piano dei binari: in salita dalle entrate laterali di
Piazza Quattro Novembre e Piazza Luigi di Savoia, in salita e discesa
dalle entrate laterali della Galleria delle Carrozze, in salita dalla
balconata sopra le biglietterie. Vengono
sostituite da scale mobili a bassa pendenza che portano dal nuovo salone
Biglietteria posto al piano terreno sotto la Galleria di testa alla
Galleria di testa passando per un piano intermedio, l'ammezzato. Sono due
rampe della lunghezza ognuna di 35 metri. Queste
nuove scale mobili faciliteranno la salita e discesa a chi trasporta le
valige con i carrelli o a mano rispetto alle attuali scale mobili troppo
ripide ma renderanno la salita e discesa molto più lunga ai pendolari
senza valige e a chi viaggia con borse e valige piccole. Questi
passeggeri, se vogliono raggiungere rapidamente i treni, dovranno usare le
scale normali. Anche
l'accesso dalla metro diventa più lungo. Le due scale mobili che salgono
dal sotterraneo al piano terra davanti alla stazione vengono eliminate e
sostituite da due coppie di scale mobili perpendicolari alla stazione che
arrivano in mezzo alla Galleria delle Carrozze dove ora c'e' l'arrivo dei
taxi. Il percorso si allunga notevolmente rispetto all'attuale. Per chi ha
fretta o e' in ritardo non e' un problema da poco. Ho
provato a calcolare la lunghezza del percorso dal sotterraneo ai binari
centrali dei treni usando le scale mobili; attualmente e' di 157 metri,
dopo la ristrutturazione sara' di 285 metri, quasi il doppio. Per
chi entra invece in stazione dalla Piazza Duca d'Aosta arrivando da via
Vittor Pisani/Vitruvio il percorso si allunga da 115 metri a 195, un
aumento del 70%. Puo' ancora utilizzare la prima scala mobile che viene
mantenuta nell'attuale salone Biglietterie ma la seconda non ci sara' più.
Deve andare sotto la Galleria di testa e prendere la scala mobile a bassa
pendenza. Si
capisce a questo punto perche' le vecchie scale mobili del salone
Biglietterie sono state da poco sostituite da due rampe di scale mobili:
quella più in alto sara' eliminata ! Anche
l'ingresso dei passeggeri da Piazza Quattro Novembre viene allungato:
invece di prendere la scala mobile diretta che arriva al piano dei binari
si deve prendere due scale mobili a bassa pendenza lunghe 35 metri
ciascuna. L'allungamento e' di circa 60 metri, da 115 metri si passa a 175
con un aumento del 52%. Ed
ora parliamo dei taxi. L'arrivo e partenza viene spostato sotto due
tettoie esterne: una costeggia il lato della stazione verso Piazza Quattro
Novembre, l'altra taglia in due Piazza Luigi di Savoia verso via Andrea
Doria. Invece di fare la coda in un ambiente protetto dalle intemperie
come la Galleria delle Carrozze, si deve aspettare all'esterno, anche se
sotto una tettoia: sara' sicuramente più freddo e ventoso l'inverno e più
caldo l'estate. I
progettisti si vantano di migliorare le condizioni dei passeggeri: a me
sembra che vogliano solo farli passare per un centro commerciale
all'arrivo e alla partenza come negli aeroporti, ma non vogliano affatto
favorire chi ha fretta e passa per la stazione solo per prendere il treno.
Ed e' la grande maggioranza dei 120 milioni di passeggeri che transitano
ogni anno per la stazione. Michele
Sacerdoti
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