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Gli annunci e le opportunita'
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MartesanaDUE mensile di informazione, cultura e annunci della zona due di Milano citta'
Editore Comedit 2000
Direttore Paolo Pinardi
Redazione Gianni Bazzan, Mattia Cappello, Adele Delponte, Ferdy Scala, Luciana Vanzetti, Aurelio Volpe
Red. e pubblicita' Via delle Leghe, 5 20127 Milano Tel. 02/28.22.415 Fax 02/28.22.423
Reg. Trib. MI n. 616 settembre 99
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Uno studio di fattibilita' del Laboratorio Abita del Politecnico di Milano
Proposta un'isola ambientale vivibile
tra viale Monza e via Leoncavallo Priorita' alle esigenze del pedone, moderazione del traffico
e prevalenza alle funzioni urbane e di relazione rispetto a quelle di
circolazione
Nel futuro della Zona 2 potrebbe esserci un'isola ambientale
a basso impatto di traffico. Questa proposta e' stata avanzata dal
"Laboratorio Abita" del Politecnico di Milano su incarico della
"Agenzia Milanese Mobilita' Ambiente". Lo studio di
fattibilita' della "Isola ambientale
Monza-Leoncavallo" si e' avvalso delle conoscenze e della
documentazione elaborate dal Laboratorio Abita in occasione dell'incarico
per il "Progetto di riqualificazione dell'area del Parco
Trotter" che il Comune di Milano gli ha affidato nel gennaio 2000. Le
ipotesi formulate in quel progetto, presentate al Comune nell'ottobre del
2000 (e non ancora approvate dal Comune), sono state utilizzate e
considerate "strutturanti anche per la riorganizzazione
spaziale dell'Isola Ambientale". E' un progetto che non ha precedenti
a Milano, ma i cui criteri e obiettivi sono stati ampiamente utilizzati in
altre grandi citta' europee. Che
cos'e', intanto, una "isola ambientale"?
Secondo le direttive per la redazione del Piano Urbano del Traffico (PUT),
e' una "zona composta da sole strade locali, con mobilita' ridotta,
finalizzate al recupero della vivibilita' degli spazi urbani", in
quanto il transito dei veicoli a motore "viene dirottato sulla
viabilita' principale, con la conseguente eliminazione del traffico
di attraversamento delle singole isole ambientali". Prima di tutto i pedoni e moderazione del traffico L'isola ambientale
e' stata progettata sulla base del
"principio di gerarchia" tra le componenti del traffico, che
vede al primo posto il pedone e poi, nell'ordine: la mobilita' non
motorizzata, quella su mezzo pubblico di linea, la circolazione dei
veicoli non di linea e, da ultimo, la sosta dei veicoli. Questo comporta
una selezione delle funzioni delle varie strade, allontanando quelle meno
importanti nell'ordine gerarchico, alle quali vengono fornite
"alternative spaziali, temporali o modali", il che significa che
ci saranno strade destinate all'ingresso e all'uscita dall'isola e
"strade-parcheggio" nelle quali viene scoraggiata la
circolazione e privilegiata la sosta, anche "a pettine", per
aumentarne la capienza. Un altro principio adottato per il progetto
e' quello della
"moderazione del traffico" per dare prevalenza alle funzioni
urbane e di relazione rispetto a quelle di circolazione. Il che significa
che, all'interno dell'isola ambientale, il traffico subisce una riduzione
sia nella quantita', sia nella velocita'. Il limite di velocita' (30 km/h
nella zona e ancor meno nelle zone residenziali) e' tale da rendere
compatibile la presenza di veicoli con "modi d'uso pedonali e
stanziali negli stessi spazi". Il limite di capacita' (sezioni
stradali ristrette, canalizzazioni, strettoie) che non deve superare in
genere i 1.000 -1.200 veicoli per ora, nei due sensi di marcia, e' tale da
rendere compatibili i volumi di traffico con la capacita' ambientale
dell'area e da rendere possibile lo svolgimento della "vita
urbana" lungo la strada, riducendo le emissioni inquinanti da
traffico automobilistico. Le subaree L'isola ambientale proposta dallo studio di
fattibilita' del
Politecnico riguarda un triangolo, con il vertice in piazzale Loreto,
compreso tra viale Monza, via Leoncavallo e il limite settentrionale del
rilevato ferroviario. Ha una superficie di circa 530.000 metri quadri ed e'
composta da 28 strade, per un totale di 6.652 metri lineari. L'isola
ambientale e' divisa, nel progetto, in quattro "subaree": la
prima compresa tra piazzale Loreto, viale Monza, via Giacosa e via Padova,
la seconda compresa tra piazzale Loreto, via Padova, via Predabissi e via
Andrea Costa, la terza compresa tra via Giacosa, via Padova (lato Nord) e
il rilevato ferroviario, la quarta compresa tra via Predabissi, via Padova
(lato Nord), via Leoncavallo e il rilevato ferroviario. Le subaree sono concepite come cluster residenziali
caratterizzati in particolare da: esclusione del traffico di transito non
diretto all'interno dell'isola; valorizzazione dei percorsi pedonali e
ciclabili in relazione a spazi e attrezzature collettive (in tal modo il
Parco Trotter si configura come il principale punto focale di spazi e
attrezzature collettive dell'isola), qualificazione dell'ambiente urbano
per il consolidamento del senso di identita' della comunita'. Alle subaree si applica la normativa prevista dalla
classificazione di zone a traffico pedonale privilegiato (ZTPP)
caratterizzate da: precedenza generalizzata per i pedoni rispetto ai
veicoli; il limite di velocita' di 30 km/h; lo schema di circolazione dei
veicoli tale da impedire la funzione di attraversamento, costringendo le
uscite dalla zona su percorsi prossimi a quelli di ingresso (percorsi ad
U); alberature ed arredi in grado di rompere la linearita' prospettica
della strada; la presenza di marciapiedi rialzati o il rialzo dell'intera
intersezione nei punti di entrata e di uscita dalla subarea. Il progetto del Politecnico prevede anche la sostituzione di
alcuni incroci semaforici con rotatorie e minirotatorie. Due sono interne
all'isola ambientale (incrocio Padova, Giacosa, Predabissi e incrocio
Giacosa, Bolzano, Merano). Una e' esterna (Padova, Cambini, Cavezzali) e
due sono ai margini dell'isola ambientale (piazza Durante e via
Leoncavallo). Nei punti critici saranno imposte ai veicoli curve con un
raggio sempre inferiore ai 100 metri, per ridurne la velocita'.
Gianni Bazzan
Il parere del presidente della
Commissione Ambiente e Viabilita' del Cdz, Giampiero Camiciotti del
CCD-CDU Livelli di
vivibilita' e qualita'
ben superiori agli attuali, Relativamente ai contenuti della
progettata realizzazione dell’isola ambientale Monza-Leoncavallo,
ritengo opportuno trasmettere alcune considerazioni. In primo luogo e' indispensabile tenere presente che il progetto di isola ambientale in
questione va collocato, per ben comprenderlo, nel Piano Urbano della
Mobilita' approvato dal Consiglio Comunale in data 19-2-2.001 e che
contiene le strategie di pianificazione per l’assetto del territorio e
il sistema dei trasporti pubblici e privati per il periodo 2.001-2.010.
Questo per sottolineare che tutto cio' che riguarda la mobilita' della
nostra zona due va inserito in un contesto ben piu' ampio e articolato: si
rischia altrimenti di con cogliere il significato delle varie
progettazioni in atto (piano parcheggi, isola ambientale, piano
particolareggiato del traffico). L’isola ambientale in questione rientra
dunque nel criterio piu' generale di riportare la citta' ad un livello di
vivibilita' e di qualita' ben superiore all’attuale, con il recupero
delle vie e degli spazi per le utenze privilegiate: pedoni, bambini e
anziani in particolare, ciclisti, mezzi pubblici e di considerare
le auto come ospiti delle zone che andranno ad attraversare e non,
come ora, dominatrici incontrastate. Questo comporta agire sulle strade,
canalizzandole, ampliare i marciapiedi, rendere gli attraversamenti
sicuri, riqualificare e potenziare il verde, aumentare e migliorare il
trasporto pubblico, ridurre le percorrenze e limitare la velocita' degli
autoveicoli, predisporre piste ciclabili, disciplinare ed ampliare la
sosta: una serie continua di interventi che perseguono l’obiettivo
comune di rimettere l’uomo al centro della citta' e di bonificare
l’ambiente perche' ci si possa vivere degnamente e senza rischi per la
salute di tutti. L’isola ambientale Monza-Leoncavallo rientra in tale
ottica: da porte di ingresso ad una velocita' veicolare di 30 Km. orari,
dalla riqualificazione del Parco Trotter alla creazione di una rete di
collegamento di piste ciclabili, dall’inserimento di rotatorie e
minirotatorie ad un piano di parcheggi in grado di coprire la domanda di
sosta dei residenti e di contenere gli inserimenti di altre autovetture,
che sara' comunque limitato e scoraggiato. L’isola ambientale sara' in
prima istanza un luogo a disposizione dei cittadini, al servizio della
qualita' della vita e indice di una sempre maggiore sensibilita'
ambientale. Per ora si e' solo in fase di progettazione dell’isola e
contiamo di poter intervenire come Consiglio di Zona per poter affrontare
le inevitabili problematiche connesse alla sua realizzazione: ce ne
saranno, ma saranno da collocare in un’ottica di evoluzione positiva
della nostra zona. I
fatti
L’avvio
degli interventi zonali sulla progettazione dell’isola ambientale non e'
pero' certamente stato ne' felice ne' efficace ed e' dovere di verita'
informare su come si sono svolti i fatti. Lo studio di fattibilita' e' stato inviato alla Commissione Ambiente in data 26-11, con tempi
brevissimi per affrontare un argomento tanto delicato ed ampio.
L’amministrazione centrale purtroppo non tiene conto delle esigenze di
tempo per approfondire gli argomenti ed avviare istruttorie esaurienti
nelle Commissioni e ci siamo
trovati di fronte alla necessita' di esprimere un parere entro 30 giorni,
festivita' di S. Ambrogio e Natale
comprese. Anche la possibilita' di una proroga non e' stata concessa ed
abbiamo comunque deciso, lasciando da parte le sterili lamentazioni, di
operare per metterci in grado di affrontare il tema e far pervenire i
suggerimenti dei cittadini e dei consiglieri di zona sull’argomento
all’amministrazione centrale. Ho cosi' partecipato, su delega del
Presidente, all’incontro del 3-12 in cui sono state
presentate le isole ambientali in progetto per la citta' ed ho
potuto immediatamente prendere accordi con le progettiste incaricate per
un loro intervento in Commissione zonale. Tra vacanze e soprattutto
impegni di lavoro delle docenti in questione abbiamo fissato la
Commissione istruttoria in data 19-12 nella quale, con mezzi tecnologici
adeguati, e' stato illustrato lo studio di fattibilita' dell’isola
ambientale Monza-Leoncavallo. Alla presenza, non molto numerosa per la
verita', di cittadini e consiglieri le professoresse Dentis e Bottero
hanno illustrato il materiale, consentendo agli intervenuti di raccogliere
elementi per esprimere un parere ed osservazioni da portare in Consiglio,
stabilito nel frattempo con i capigruppo dei diversi partiti, per la
seguente serata del 20-12: saremmo riusciti a condurre a termine l’esame
della questione e a deliberare in proposito entro i termini previsti.
Purtroppo il 20-12 il Consiglio di Zona non ha potuto esaminare nessuno
dei punti all’ordine del giorno, tra cui centrale quello del parere
sull’isola ambientale, causa la tematica della metrotranvia (temine
improprio, ma serve per capirci) che
e' stata inserita in modo totalizzante da alcuni cittadini e
sostenuta da alcuni consiglieri della minoranza. Non entro nel merito
della questione metrotranvia, ci saranno altre occasioni, ma mi limito a
far osservare che la richiesta di un consiglio straordinario per esaminare
la tematica citata poteva essere avanzata attraverso i canali ordinari e
non bloccando di fatto il Consiglio di Zona in programma per la serata.
Non mi permetto di pensare che l’intervento dei cittadini sia stato in
qualche modo orchestrato (non credo infatti che nessun consigliere
democratico si possa prestare a strumentalizzare i cittadini ), ma
certamente lo stesso si e' rivelato di effetto letale per quanto concerne
l’isola ambientale. Infatti il tema non e' stato trattato e nessuna
osservazione e' stata inviata all’amministrazione centrale: un argomento
di primaria importanza e' passato con il silenzio-assenso, causa
l’impossibilita' del consiglio di esprimere un parere frutto di studio e
discussione.
Un autogol si direbbe in ottica calcistica (della
maggioranza? Dell’opposizione? Di alcuni consiglieri? Non mi permetto di
giudicare: ho esposto i fatti, traggano i lettori le conclusioni), meglio
parlare pero' in ottica filosofica di eterogenesi dei fini. Si sono
ottenuti cioe' fini diversi da quelli perseguiti: per dare spazio alle
richieste di una parte di cittadini, che potevano essere, ripeto,
convogliate in altra sede, si e' impedito alla totalita' dei cittadini
stessi, attraverso i consiglieri e la loro diretta partecipazione, di
esprimere e far valere le loro osservazioni sull’isola ambientale.
Errore culturale e politico non indifferente. Questo
continuera' a succedere sino
a quando il particolare personale prevarra' sulla ricerca del bene comune:
una visione politica, costretta magari nel ristretto personalismo
ideologico, che non sa cogliere le reali esigenze di tutti non puo'
portare ad altro che ad una politica-spettacolo, sterile ed appagante solo
per gli pseudo-attori. La rappresentazione ci si augura sia alla fine: i
teatranti , nani e ballerine per intenderci, si stanno avviando
all’uscita di scena, accompagnati gentilmente dagli elettori. E’ tempo
che la politica sia affidata a donne ed uomini che, indipendentemente
dagli schieramenti partitici, siano animati dalla ricerca del bene comune
e dalla tutela della persona, come bene irrinunciabile e per il quale vale
la pena di lavorare al
meglio, in primo luogo svolgendo un lavoro quotidiano al servizio della
collettivita' tutta. Ringrazio per l’invito a scrivere dell’isola
ambientale, approfitto per rivolgere ai lettori e alla redazione di
Martesana Due un caro augurio di gioia e serenita', nel reciproco impegno
di essere sempre piu' operatori di pace:
oggi, giorno della memoria, ribadiamo l’impegno di noi tutti
democratici perche' mai piu' l’oppressione e la violenza abbiano
cittadinanza nella nostra storia e nei nostri cuori. Milano, 27 gennaio 2.002
Gianpiero Camiciotti
(CCD-CDU) Presidente Commissione Ambiente, Territorio, Verde e
Viabilita'
della Zona 2 E-mail:
camiciotti.zonadue@libero.it
Bella
e auspicabile l'isola ambientale, ma che fine ha fatto la riqualificazione del Trotter? Il
parere di Giancarlo Aprea, capogruppo dei verdi Il
Comune non fornisce informazioni complete e in tempi adeguati Come
rappresentante dei Verdi nel Consiglio di Zona 2, non posso che esprimere
un parere favorevole al concetto di "isola ambientale". I
criteri normativi (sia francesi, sia svizzeri) di riferimento e le
Direttive per la redazione del PUT - Piano Urbano del Traffico -
permettono di finalizzare al recupero zone composte da sole strade locali
per una migliore vivibilita' degli spazi urbani. Quindi ogni isola
ambientale, oltre a mettere in primo piano la tutela del pedone,
facilitare gli spostamenti dei portatori di handicap, incrementare le
piste ciclabili, ridurre la velocita' di circolazione delle auto al
proprio interno a 30 km l'ora, normare l'attraversamento di tali isole e
la sosta delle auto, potrebbe essere "collegata" ad un'altra
isola ambientale, trasformando cosi' la citta' in una rete di itinerari
stradali tra le cui maglie si connettono tante isole ambientali. Al
di la' di questa bella ed auspicabile prospettiva, nello specifico
dell'Isola Ambientale Monza Leoncavallo, sollevo alcune perplessita'
legate al Progetto di riqualificazione del Parco Trotter e, piu' in
generale, al PPTU (Pano Particolareggiato del Traffico Urbano) della Zona
2. Racchiuse in un gioco di scatole cinesi, abbiamo il Parco Trotter,
soggetto principale dell'isola ambientale, l'isola ambientale
interdipendente alla SIN (o Gronda Nord), la SIN e la Metrotranvia; parte
sostanziale del PPTU della Zona 2. Questo
e' lo stato attuale dei fatti: 1)
il Comune non ha reso noto al CdZ 2 il progetto di riqualificazione del
Parco Trotter (tenuto probabilmente nel cassetto del Vice Sindaco De
Corato dall'0tt0bre 2000); 4)
la Metrotranvia a raso (che in passato ha visto l'opposizione del CdZ 2)
ritornera' in discussione in un consiglio straordinario il 12 febbraio: 5)
il PPTU e' in fase istruttoria (il 30 gennaio si e' svolta una seconda
commissione ambiente dedicata alla sua illustrazione); entro il 9 febbraio
il CdZ 2 dovra' esprimere un parere. Tutto
questo rende sicuramente molto complesso esprimere un parere sull'Isola
Ambientale Monza Leoncavallo, anche se elementi di criticita' non mancano,
come la proposta del cambio del senso di marcia delle vie Bambala, Crespi,
dei Transiti, Mosso, Pasteur, Stazio Cecilio. Sicuramente
ritengo piu' negativo l'atteggiamento del Comune che non
"consente" al CdZ 2 di avere informazioni complete e tempi di
analisi adeguati per poter esprimere, di concerto con le associazioni dei
cittadini e dei commercianti, pareri consapevoli ed affidabili.
Giancarlo Aprea
La Pirelli
e' morta. Viva la Pirelli
L’inaugurazione del Teatro Arcimboldi
Oltre la retorica profusa a pieni mani in queste settimaneL’inaugurazione degli Arcimboldi baciata dalla
melodia verdiana e' divenuto il simbolo positivo della Milano che si
“ripulisce” delle macerie del passato industriale. Dalle ceneri della fabbrica rinasce la Scala, come la
mitica Fenice (passatemi il bisticcio teatrale), e Tronchetti Provera,
levatrice di questo pudding di gomma e telefonini lievitato con il vecchio
sano cemento, manda in onda l’ultimo spot: Pirelli diverra' un marchio
della moda, alla faccia del dibattito tra Logo e No Logo. La Pirelli
e' morta. Viva la Pirelli. E’ il momento degli uffici stampa, delle veline,
delle frasi roboanti: -
la Pirelli ha versato 10 milioni di euro oltre agli oneri di
urbanizzazione come atto di liberalita'; -
visione emozionante che fa assaporare il privilegio di assistere a
un evento storico; -
il pianeta reinventato; -
Bicocca: l’altra faccia di Milano; -
da oggi c’e' una Milano a misura d’uomo. Scoprila alla Bicocca. Segue
e' il testo di un pieghevole della Pirelli: “Abbiamo immaginato una
citta'. L’abbiamo
immaginata verde, comoda, servita. Un luogo dove i bambini possano
scendere e giocare nella natura. Un posto dove andare a teatro senza
l’incubo del parcheggio. Dove la piu' moderna universita' e' sotto casa
e fare sport e' la cosa piu' naturale e facile possibile. Questa citta' e
Milano. Questa citta' e' Progetto Bicocca”. Il canto di Violetta ricorda quello delle sirene. Se un novello Ulisse guardasse in faccia la
realta'
vedrebbe che la citta' reclamizzata come verde, comoda e servita e' rimasta nella fantasia e nell’immaginazione, appunto, della Pirelli. Il verde, i trasporti e i servizi (l’asilo, la scuola, i luoghi di culto, la biblioteca ecc.) non ci sono (lo si vede!) e neppure ci saranno perche' il progetto, quello vero, non quello pubblicitario, non li prevede. Non ci sono le aree e neppure il finanziamento,
inizialmente destinato alla realizzazione di alcune di queste opere, che
e' stato stornato per costruire il teatro degli Arcimboldi, opera
encomiabile, ma nella quale non si puo' ne' andare a scuola ne' a pregare. Il verde? Il depliant Pirelli sostiene che i bambini
potranno scendere e giocare non in un semplice giardinetto, che gia'
sarebbe qualcosa, ma addirittura nella NATURA. C’era un tempo, antico, in cui la NATURA di questi
luoghi era cosi' ricca e rigogliosa che i Visconti vi venivano a cacciare
nei boschi che si estendevano a perdita d’occhio attorno al castelletto
della Bicocca, che rendevano l’aria cosi' pura e salubre da far meritare
ad una piccola localita', Cinisello poco piu' avanti, l’appellativo di
Balsamo (balsamico). Quella era NATURA. Che cosa spaccia, invece, l’ufficio vendite della
Pirelli? Forse il cavalcavia della pista ciclabile con sottostante
autorimessa? Forse la collinetta dei ciliegi con sottostanti macerie e
rifiuti? Forse il cortile che il regolamento di condominio vieta ai
bambini ed e' bucato dalle aperture di aerazione dei box come un
gruviera?. Vanna Marchi e' una dilettante! I trasporti, per ora, restano un miraggio ed e' grave, perche' oltre agli abitanti
e al pubblico teatrale, ogni giorno giungono 30.000 studenti che avrebbero
preferito non andare fuori corso per prendere la metropolitana o il tram. Le promesse di realizzare le linee ci sono, mancano,
purtroppo, i soldi, soprattutto quelli che sarebbero necessari per
costruire un servizio completamente interrato, efficiente e compatibile
con le esigenze dei quartieri attraversati, come sarebbe logico in una
citta' moderna. E’ vero, il teatro c’e'. Non
e' vero pero' che ci
si possa andare senza l’incubo del parcheggio. Credo anzi che la
disastrosa situazione attuale in futuro peggiorera' e non sara' solo
difficile parcheggiare per andare a teatro
(disagio anche sopportabile, pregustando il piacere dello
spettacolo) ma lo sara' anche per chi abita costretto a lasciare le
automobili, come al solito, lungo le strade. E’ vero, l’universita' sotto casa c’e'. Non
e' vero che sia la piu' moderna perche' questo primato, se di gara trattasi,
spetta al nuovo politecnico della Bovisa. Quanto alla qualita' della
“cittadella” essa piu' che un campus universitario, appare
piuttosto un ammasso di fabbricati periferici a confronto dei quali
la vecchia citta' studi , che non puo' nascondere la sua eta', e' una
verdeggiante giovin fanciulla. Per lo sport c’e' il campetto della Pro Patria. Questa
citta' e' Milano. Frase, questa si',
azzeccata. Cosa sia Milano oggi e' sotto gli occhi di tutti e non c’e'
troppo da vantarsi. E’ questo, dunque, il recupero di un’area
dismessa piu' importante e bello d’Europa, come vorrebbero farci
credere? Girate il mondo e giudicate voi stessi. Per quanto mi riguarda non lo credo e se si esclude
il pubblico della Scala bis (fintanto che rimarra' tale) non mi figuro
alla Bicocca frotte di turisti e visitatori come all’Expo di Lisbona o
Potzdammer platz a Berlino. Purtroppo c’e' anche da dire che l’architettura
di Gregotti non piace molto al pubblico che con i sui volumi scatolari non
gratifica il gusto comune. Sono gli stessi abitanti che per primi
dovrebbero valorizzare la loro proprieta', a definire un mostro il loro
condominio, quello con le “corna”. La futura residenza per gli studenti si annuncia
triste; l’universita' e' stata realizzata “impacchettando” vecchi
edifici industriali e migliore sorte non tocchera' neppure alla torre
evaporativa che con la sua sagoma sinuosa, sola,
ricorda il recente passato industriale. Anch’essa sara' inglobata
all’interno di un grosso “scatolone”. La collina dei ciliegi incombe inutilmente e
sproporzionata sulle piccole case del vecchio borgo Pirelli. Non proprio inutile,
perche' un fine importante la
collinetta lo ha avuto ed e' stato quello di accatastare le macerie
provenienti dalle demolizioni della fabbrica con due ottimi risultati per
la Pirelli: risparmiare il costo del trasporto e della discarica e far pagare al Comune le macerie come opere di
urbanizzazione. L’ultimo aspetto oscuro di questa vicenda e' infatti proprio quello dei costi. Siamo certi che la Pirelli abbia fatto dono al Comune di 10 milioni di euro? I conti economici andrebbero verificati
piu'
attentamente. Per quanto ho potuto controllare dei progetti di alcune
opere esaminate dal Consiglio di Zona , risulta che i prezzi unitari
utilizzati per stimare il valore delle opere (a scomputo degli oneri di
urbanizzazione dovuti al Comune) sono superiori a quelli praticati nelle
gare di appalto, che sono stati utilizzati materiali e soluzioni
inutilmente costosi (ad esempio mastodontici cordoni di marciapiedi
addirittura in granito di Montorfano … o quantomeno prezzato come tale)
che e' stata esposta in contabilita' anche l’IVA quando essa
costituisce, per la Pirelli, una partita di giro, che viene cioe'
recuperata. Ho
gia' detto delle macerie utilizzate per la collina
e per l’Esplanade, pagate alla Societa' a peso d’oro. C’e' materia per discutere. Da tempo non c’era
piu' la Pirelli, un pezzo grande
della storia economica, sociale, sindacale ed umana della citta'. Ora non c’e'
piu' nemmeno il suo ricordo. E il
futuro? La storia del luogo, l’universita', la Scala, le
grandi societa' industriali e direzionali impegnate nell’operazione, la
tecnologia moderna meritavano qualcosa di meglio. Andrea
Milella
Il Parco Cassina de’ Pomm : Finalmente! Il Parco Cassina de Pomi nel novembre scorso e' stato finalmente inaugurato, dopo anni di richieste, progetti e timori. E’ stato realizzato un giardino piacevole e inserito nell’ambiente, un servizio di verde per tutti i cittadini, e in particolare per bambini e anziani. E’ un piccolo Parco, il Parco “Cascina de’ Pomi”, posto all’inizio del tratto scoperto del Naviglio, di fronte alla Parrocchia di S.Maria Goretti, su via De Marchi. Il nuovo giardino si trova a destra imboccando il percorso pedonale lungo il Naviglio, sulla riva opposta rispetto al fabbricato della vecchia Osteria della Cassina de’ Pomi. Lo spazio, recintato utiilizzando in parte gli antichi muri, e' stato organizzato perche' bambini e anziani possano trovarvi possibilita' di svago. Strutture di gioco e campi di bocce sono collocati all’interno; un ruscello e alcuni getti d’acqua ricordano il Naviglio che scorre aldila' del muro. In
una Zona dove il Verde e' scarso e sempre in pericolo, la difesa ad
oltranza di quest’area da parte di associazioni, cittadini e Consigli di
zona, ha avuto esito positivo. Ne
abbiamo parlato per anni: i progetti sono stati modificati e migliorati
nel lungo tempo di gestazione. Ricordo che si proponevano filari di alberi
da frutto, che non si voleva l’ingresso dal ponte di ferro, che si e' gridato allo scandalo quando il vecchio muro settecentesco
e' stato in
parte demolito. Gli architetti degli Uffici tecnici Comunali conoscono
sicuramente bene le Associazioni che hanno tenacemente seguito il
progetto, in primo luogo la Associazione Cassina de’ Pomm e la
Associazione dei Cittadini grechesi. Quante
volte il Consiglio di Zona 2 ha esaminato in Commissione i vari progetti
elaborati dagli uffici Tecnici Comunali e ha deliberato su proposte di
modifica. Quante interrogazioni in merito! E quante manifestazioni
pro-Parco lungo il Martesana, nello spiazzo in fondo a via Zuretti ! Un’opera
cosi' significativa per un Quartiere, che attende da decenni segnali di
maggiore attenzione ai suoi
numerosi problemi, avrebbe pero' meritato una piu' attenta inaugurazione,
che invece e' stata frettolosamente programmata con pochi giorni di
anticipo, tagliata sulle disponibilita' dell’Assessore, ma non pensata
per garantire la partecipazione delle associazioni e dei cittadini. Quegli
stessi cittadini che, qualche giorno prima, convocati pure all’ultimo,
si erano riuniti in attesa del Vice Sindaco, per poi sentirsi dire che
tutto veniva rinviato. Questa volta l’Assessore c’era, c’era il nastro rosso, il rinfresco e giornalisti con e senza telecamere. Ma il giorno dell’inaugurazione erano presenti in pochi, troppo pochi. Mancavano molti di quelli che tanto avevano fatto per il Parco, alcune associazioni, il Consiglio di Zona 2 e le altre realta' della Zona. E non per colpa loro, ma perche' avvisati all’ultimo e senza nessuna attenzione che vi fosse una loro presenza. Tant’e':
c’era il Vice Sindaco, sen. De Corato, il cui Assessorato (Parchi e
Giardini) ha operato per la realizzazione, pur con numerosi rinvii, del
Parco Cassina de’ Pomi. Al sen De Corato che ci ha fatto presente di
avere risanato un’area fino a qualche tempo fa solo un ammasso di
sterpaglie, abbiamo richiamato l’impegno
di tanti di cui purtroppo in quel momento non si e' fatto menzione. Avremmo
voluto ricordare il significato di quel luogo (sul sito www.ilponte.it
riportiamo quanto scrive G. Banfi nel suo libro “Greco oggi”); parlare
del perche' il Consiglio di Zona ha deciso di denominare il Parco
“Cassina de’ Pomi” e di
dedicarlo a Domenico Tessera (sul sito www.ilponte.it). Avremmo voluto
incontrare il Presidente del Consiglio di Zona
2, e non i soli Consiglieri presenti alla cerimonia.
In definitiva avremmo voluto far si' che questa inaugurazione fosse
un momento significativo nella vita del Quartiere. Al
Vice Sindaco un gruppo di cittadini ha manifestato la sua rabbia e
indignazione per l’assurdo progetto di costruire una antenna UMTS in
corrispondenza del complesso scolastico di via della Giustizia-via de
Marchi. Il Sen. De Corato ha assicurato che la antenna non si fara': i
cittadini hanno annotato con cura e aspettano lo smantellamento definitivo
dell’impianto. Partito
il Sen.De Corato, camminiamo per i giardini e ascoltiamo le voci e i
rumori: le discussioni attorno ai campi bocce, le grida di gioco dei
bambini, lo scorrere del ruscello artificiale e lo scroscio dei getti di
acqua , mentre sullo sfondo scivola lentamente, come sempre, il Naviglio:
un angolo di mondo separato dal traffico di via De Marchi, dalle antenne
UMTS, dal degrado vicino ai ponti ferroviari e dai fantasmi incombenti
della Bretella di Greco e della Gronda Nord. Grazie a tutti coloro che si sono impegnati nella realizzazione di
questa piccola oasi, che speriamo sia un germe per un Quartiere piu'
vivibile. Mario
Villa
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