Durata
del piano
La
legge urbanistica regionale prevede che il piano abbia una durata di 5 anni,
essendo questa la durata dell’amministrazione comunale.
Il
piano prefigura invece degli scenari fino al 2030, impegnando le scelte delle
future amministrazioni su una strategia di lunga durata.
Le
scelte che scaturiscono dal piano dovrebbero essere limitate al periodo di 5
anni, senza prefigurare investimenti più in là nel tempo per compensare
effetti immediati.
In
particolare non possono essere autorizzate trasformazioni edilizie che non siano
precedute dal completamento delle opere infrastrutturali che le consentono.
Nuove edificazioni nelle aree di trasformazione devono essere supportate dalle linee di trasporto pubblico esistenti o in fase di completamento.
Numero
degli abitanti previsti e nuova edificazione
Non
si ritiene plausibile la stima di aumento della popolazione residente prevista
in quanto l’Ufficio Statistica del Comune non prevede una crescita della
popolazione nei prossimi anni.
Peraltro
il documento di piano prevede un aumento di 287.000 abitanti mentre il piano dei
servizi prevede un aumento di 338.000 abitanti.
L’aumento
della popolazione di Milano dopo la seconda guerra mondiale che l’ha portata a
1.700.000 abitanti è stata dovuto allo sviluppo industriale che ha richiesto un
notevole aumento della manodopera. Successivamente il rinnovamento urbano e il
conseguente aumento degli affitti e del costo delle case e l’aumento
dell’inquinamento hanno portato al trasferimento di molti abitanti verso i
comuni di prima e seconda cintura ed altri più esterni, grazie ai costi più
bassi dei terreni ed alle migliori condizioni ambientali e di vita.
Non
si ritiene che questo fenomeno possa essere facilmente invertito con la
costruzione di nuovi edifici residenziali in città in una situazione di
concorrenza dei comuni esterni che cercano di attirare nuova popolazione.
Sarebbe
necessaria una pianificazione urbanistica di area vasta che sposti volumetrie
edilizie tra i vari comuni, attualmente assente in mancanza di una città
metropolitana. I comuni intorno a Milano stanno tutti prevedendo nei loro PGT un
aumento delle volumetrie.
Questa
assenza porta a concentrare a Milano gli uffici e i servizi a livello
metropolitano, peggiorando il traffico dei pendolari.
D’altra
parte Milano è già una città molto densa, con una media di 7.000 abitanti per
kmq ma con punte nei quartieri semicentrali di 22.000 abitanti per kmq e non è
quindi pensabile di densificarla.
Si
chiede pertanto di prevedere un aumento nella popolazione nel 2014 di 100.000
nuovi residenti, per assorbire soltanto il numero delle nuove famiglie che si
creeranno ed il fabbisogno pregresso.
In
presenza di 80.000 appartamenti sfitti e di uffici vuoti pari a 15 volte il
grattacielo Pirelli è necessario aumentare l’utilizzo degli edifici esistenti
senza costruirne di nuovi, con una politica fiscale adeguata e una
incentivazione degli affitti.
Si può procedere con la costruzione di nuovi edifici residenziali nelle aree di trasformazione solo se questi saranno dedicati ad una edilizia non di lusso, per la maggior parte convenzionata e sovvenzionata.
Aumento
del verde e aree agricole
Per
la vivibilità della città devono essere aumentate le aree verdi sia
all’interno di essa che nella cintura tra la città e i comuni limitrofi,
rappresentata dalle aree del Parco Sud.
L’obiettivo del PGT dovrebbe quindi essere sia di salvare le aree agricole dall’espansione della città sia di creare ampi parchi nelle aree industriali, ferroviarie e militari ancora da dismettere in modo da “far respirare la città” e diminuire l’effetto dell’isola di calore.
I
raggi verdi, con l’esiguità dei loro percorsi alberati, non sono
assolutamente sufficienti: sono necessari dei cunei verdi nella città.
Il
verde nelle aree di trasformazione dovrà essere affettivo e dovrà essere
calcolato solo quello su terra piena, non quello di copertura di gallerie
sotterranee e parcheggi. Particolare attenzione dovrà essere riservata
all’impatto delle ombre degli edifici sul verde, tramite studi obbligatori
sulle ombre.
Il
Parco Sud andrà salvaguardato acquisendo le aree tramite esproprio con le
risorse ottenute da oneri di urbanizzazioni e monetizzazioni, che andranno
adeguate nel caso dei piani attuativi al reale utile ottenuto dall’operatore.
Nelle
aree non espropriate l’agricoltura andrà salvaguardata non dando alcuna
speranza ai proprietari di future possibilità di edificazione, anche in caso di
abbandono delle coltivazioni. Andrà fatta una politica attiva di rimozione
della attività improprie dalle aree agricole, addebitando ai proprietari i
relativi costi. Sarà quindi nel loro interesse che le aree siano coltivate.
Dovranno essere istituite delle tasse di scopo sulle aree non coltivate.
Perequazione
urbanistica
Si
ricorda che la legge urbanistica regionale non consente la perequazione
urbanistica delle aree agricole.
Il
PGT prevede nella tabella dei dati quantitativi di assegnare un indice 0,20
mq/mq alle aree agricole del Parco Sud nei Piani di Cintura Urbani con la
previsione di 3.572.000 mq di slp pari a circa 120.000 abitanti (calcolati
realisticamente a 30 mq/abitante), mentre il documento di piano ne prevede
53.000 (pag. 325) e la relazione del piano dei servizi 85.000 (pag. 155).
Queste
quantità dovranno essere concordate con la Provincia di Milano e quindi non si
conosce quante di queste volumetrie saranno costruite nel Parco Sud e quante
atterreranno nel resto della città come densificazione degli ambiti di
trasformazione urbana e della città già costruita.
Si chiede che non vengano assegnati indici di edificabilità alle aree agricole e che comunque la perequazione urbanistica non si applichi ai Nuclei di Antica Formazione e agli ADR (Ambiti contraddistinti da un Disegno urbanistico Riconoscibile), tranne che per le zone B2, in cui gli aumenti volumetrici previsti andranno immediatamente perequati tramite l’acquisto dei relativi diritti volumetrici (vedi osservazioni al Piano delle Regole).
Ambiti
di Trasformazione Urbana
Per
quanto riguarda gli ambiti ferroviari oggetto di VAS separata relativa
all’ADP Ferrovie , non è possibile aumentare la slp massima accoglibile
tramite una perequazione urbanistica che sconvolgerebbe la sostenibilità delle
trasformazioni e invaliderebbe la Vas.
Ad
esempio già sullo Scalo Farini lo studio trasportistico ha evidenziato un
aumento eccessivo del traffico in seguito agli interventi, che peggiorerebbe con
un coefficiente di densificazione.
D’altra
parte i progetti presentati al Politecnico di Milano hanno mostrato che, se si
vuole un parco di dimensioni significative, le volumetrie previste portano a
saturare le aree costruite con edifici densi e di grande altezza che incombono
sul parco.
Una
situazione analoga si verificherebbe negli altri ambiti ferroviari che
necessitano di grandi aree verdi per dare respiro ai quartieri circostanti
densamente popolati.
Gli
attuali indici consentono di reperire le aree a standard sul posto mentre
ulteriori edificazioni non lo consentirebbero.
A
Lambrate l’indice previsto (0,87) è già adesso eccessivo vista l’esiguità
dell’area (69.000 mq) e la sua conformazione lunga e stretta.
Per
quanto riguarda le aree delle caserme il PGT assegna degli indici di
edificabilità in aggiunta alle slp esistenti e non in sostituzione, non tenendo
conto nella VAS dell’impatto trasportistico degli uffici esistenti. Le slp
esistenti vanno assorbite in quelle consentite e non vanno consentite
densificazioni in quanto si tratta di ambiti in cui è opportuno che i servizi
vengano ceduti sul posto e non monetizzati, in modo da migliorare la vivibilità
dei quartieri.
Per
quanto riguarda gli altri ambiti di trasformazione si richiedono le seguenti
modifiche:
-
Stephenson:(zona
8): il coefficiente di densificazione di 3,36 è elevatissimo e eccessivo per
un’area a destinazione terziaria in cui gli attuali uffici sono quasi vuoti.
-
Forlanini
(zona 4): è prevista una edificazione delle zona agricola nel Parco Sud (PCU4
Idroscalo) al confine con il cavalcavia Buccari, che prevede la distruzione
della cascina Cavriana, di proprietà comunale e inclusa nel master plan
dell’Expo tra le cascine da tutelare: si chiede di azzerare l’indice di 0,55
mq/mq (che genera 3.141 nuovi residenti, 262 addetti al terziario e 262 al
commercio) ed eliminare l’intervento, mantenendo l’uso agricolo della zona,
una delle ultime zone agricole vicine alla città. Le edificazioni nel PCU4 sono
già previste lungo la via Corelli. Va anche eliminata la previsione di una
nuova strada di attraversamento della massicciata ferroviaria da viale Forlanini
a via Marescalchi, di servizio al nuovo quartiere.
-
Monlué
(zona 4): non è chiaro dove sono previste le nuove volumetrie che si confondono
con quelle del PCU5 Monluè; si richiede che venga salvaguardato l’anello
verde intorno a Milano lungo la tangenziale che dovrebbe essere alberato e la
fascia lungo il fiume Lambro.
Vanno
migliorati i collegamenti ferroviari per i pendolari tra Milano e i comuni della
Lombardia e i servizi pubblici nell’hinterland in modo da limitare
l’utilizzo dei mezzi privati.
Lo
sviluppo dei trasporti pubblici, visto l’elevato costo di costruzione delle
linee metropolitane, dovrà essere rivolto soprattutto al potenziamento dei
mezzi d superficie, proteggendone i percorsi dal traffico privato con adeguati
provvedimenti di limitazione di quest’ultimo lungo il percorso dei mezzi
pubblici. Alle linee interrate andranno preferite metrotramvie a corsia
protetta.
Andrà
incentivata la mobilità ciclabile tramite l’aumento delle isole ambientali a
bassa velocità e la creazione di percorsi ciclabili nelle vie di grande
traffico.
Contemporaneamente
dovrà essere esclusa la costruzione di parcheggi a rotazione nella città e
limitata la creazione di parcheggi ad uso terziario e commerciale che attirano
traffico.
In
tal modo potrà essere riassorbito il deficit di 7,7 miliardi previsto nel PGT
tra i costi dei servizi e gli incassi del Comune. Saranno necessari meno servizi
in quanto la popolazione non aumenterà e il loro costo sarà più basso.
Va eliminata la previsione della Strada Interquartiere Nord tra Cascina Gobba e l’Expo (Zone 2, 3 , 9) osteggiata dagli abitanti, che va sostituita da una linea di trasporto pubblico e da un percorso ciclopedonale e la strada interrata Forlanini-Expo che favorisce l’arrivo di traffico privato in città dalle tangenziali e non risolve il problema dei pendolari. La strada interrata favorirebbe inoltre l’accesso alla Expo del traffico privato, che va invece scoraggiato per mancanza di parcheggi vicino all’Expo. Piuttosto di creare costose gallerie sotterranee con pedaggio elevato andrà privilegiato lo spostamento del traffico in ingresso alla città sui mezzi pubblici con adeguati parcheggi di corrispondenza e favorendo l’intermodalità tra biciclette e mezzi pubblici.
I
15 grandi progetti di interesse pubblico
Una
grande parte del documento di piano è dedicata ai 15 progetti sulla città
pubblica.
Ora
questi progetti sono ad un livello veramente preliminare e non ne viene
quantificato il costo, per ipotizzarne la fattibilità economica durante il
periodo del piano.
Nella
loro descrizione si sprecano i termini stranieri boulevard, ring, rambla
ma il dettaglio di progettazione è scarso. Non vengono neanche ripresi progetti
vecchi di anni come l’estensione dei giardini pubblici fino a via Vittorio
Veneto con l’interramento dei Bastioni o la pedonalizzazione di Piazzale
Oberdan.
Si
rispolverano progetti osteggiati dalla popolazione e su cui non è mai stata
fatta una Valutazione di Impatto Ambientale come la Strada Interquartiere Nord
da Cascina Gobba a Certosa, estendendola rispetto all’attuale proposta di
realizzare solo il tratto Certosa-Zara per l’Expo 2015.
Si
inventa una fantomatica linea di trasporto sospesa al centro della
circonvallazione esterna invece di pensare al completamento della corsia
protetta dei filobus in centro alla strada, ben più fattibile e meno costosa.
Nulla
si dice del progetto di arredo urbano che sta partendo in Corso Buenos Aires e
ci si inventa negli Archi Verdi la trasformazione di via Vittor Pisani in un
viale somigliante a Unter den Linden di Berlino, dimenticando che il parcheggio
sotterraneo impedisce di piantare alberi, come è stato verificato per le piante
richieste dal Maestro Abbado che sono state collocate in vasi.
La
trasformazione della tangenziale est in strada urbana sembra irrealizzabile,
date la sua caratteristiche di autostrada con svincoli distanziati. Andrebbe
completamente demolita e ricostruita con criteri diversi.
Sulle
vie d’acqua il PGT ignora il progetto del Politecnico per la riapertura della
cerchia interna dei navigli, unico intervento significativo per far tornare
Milano una città sull’acqua come nei secoli passati.
Si tratta, come dice il documento, di un’indicazione di importanti temi d’interesse collettivo per la città ma non possono garantire la sostenibilità del piano o il disegno della città pubblica se non progettati nei dettagli, finanziati e concretamente realizzati.
Modifiche
alle Norme Tecniche di Attuazione
Come
conseguenza delle osservazioni precedenti le NTA del documento di piano a pag.
358 e seguenti devono essere modificate nei seguenti articoli.
5.1.1.4
: eliminazione del coefficiente di densificazione negli ATU e ATIPG
5.1.2:
azzeramento dell’indice 0,2 nelle aree agricole dei PCU
5.2:
la dotazione di servizi non può essere inferiore ai 35,5 mq per abitante
(18+17,5), previsti dal DM 1444/68 tuttora in vigore a livello nazionale.
Piano
delle Regole
Rispetto
alle attuali zone residenziali del PRG, che hanno un indice massimo di 1 mq/mq,
il nuovo PGT non prevede un indice massimo ma invece due indici minimi: 1 mq/mq
fino alla distanza di 350 metri dalle stazioni ferroviarie e della metropolitana
(tavola S.02), 0,65 mq/mq nei piani attuativi, 0,50 mq/mq nel resto del Tessuto
Urbano Consolidato.
L’indice
massimo è sostituito da indicazioni sulle altezze massime, che riguardano solo
il mantenimento delle cortine edilizie nel centro storico (Nuclei di Antica
Formazione NAF) e i tessuti urbani a cortina negli Ambiti contraddistinti da un
Disegno urbanistico Riconoscibile (ADR).
Per
il resto della città la tutela della morfologia delle abitazioni è lasciata
alla Commissione del Paesaggio e al regolamento edilizio, tramite la norma della
retta di sessanta gradi (art. 27).
Nelle
zone in cui le soluzioni planivolumetriche si discostano dalle indicazioni
morfologiche del PRG è sempre consentito un intervento con convenzione
planivolumetrica, in cui i vicini non possono presentare osservazioni.
Possono
addirittura essere superati i limiti inderogabili di densità edilizia di 5 mc/mq
per le zone A e di 7 mc/mq per le zone B fissati dal DM 1444/68, tuttora in
vigore.
Viene
abolita la norma igienica sulle dimensioni minima dei cortili fissata dal
regolamento edilizio (superficie netta uguale a un quarto di quella delle pareti
che li delimitano) per le facciate in cortina che prospettano i cortili (art.
15.2 delle NTA).
Queste
norme consentono l’acquisto di diritti edificabili generati dalla perequazione
edilizia per densificare in modo eccessivo tessuti urbani già densi, riempiendo
i vuoti di cortina e gli spazi dei cortili.
Dalle
schede dei Nuclei di Identità Locali allegate al Piano dei Servizi si evidenzia
che su una media cittadina di 7.000 abitanti a chilometro quadrato, tra le più
elevate d’Europa, le zone più dense della città, esterne al centro storico
che ha solo 10.000 abitanti a kmq a causa degli uffici, arrivano a punte tra i
19.000 e i 22.000 abitanti nella zone Buenos Aires Venezia, Loreto, XXII Marzo,
Washington, Selinunte, e di 15000-19000 abitanti nelle zone Ticinese, Città
Studi, Corsica, Porta Romana, Umbria Molise, Navigli, Padova, Isola, Maciachini,
Tibaldi, Monterosa de Angeli, Bande Nere, Giambellino, Tortona, Sarpi, Ghisolfa.
Tutte
zone in cui ogni abitante arriva ad avere solo dai 3 ai 10 mq di servizi
indispensabili alla persona rispetto al minimo di legge di 18 mq (dati ricavati
dall’allegato sugli 88 Nuclei di Identità Locale del Piano dei Servizi). La
media attuale su Milano è di 14 mq/abitante in base a questo allegato, anche se
la relazione del piano dei servizi parla di 21 mq/abitante aggiungendo quelli
programmati.
Si
richiede quindi di ripristinare l’indice massimo di 1 mq/mq per le zone
residenziali dell’attuale PRG, limitando l’utilizzo della perequazione
urbanistica negli ADR.
Zone
con vincolo tipologico RX
L’attuale
PRG prevede per le Zone residenziali con vincolo tipologico RX un’altezza
massima di 10 metri per alcuni e di 13,50 metri per altri e un indice massimo di
utilizzazione territoriale di 1 mq/mq.
Nel
PGT questi ambiti sono stati inseriti negli Insiemi urbani unitari con un
generico “rispetto dei caratteri tipomorfologici che caratterizzano
l’insediamento” e sono stati indicati con sensibilità paesistica alta al
fine della valutazione dell’impatto paesistico da parte della Commissione del
Paesaggio (allegato 2).
Si
richiede di trasferire nel PRG gli indici e le altezze massime nell’attuale
PRG per le zone RX.
In
zona 3 si richiede di qualificare con sensibilità paesistica alta l’isolato
di villette a schiera tra via Colombo, Moretto da Brescia, Reni e Beato Angelico
e l’isolato Pascoli, Plinio , Romagna comprendente via Righi che è stato
escluso dal Piano Casa (allegato 2)
Recupero
dei sottotetti
Le
attuali NTA del PRG sono state negli anni recenti integrate con norme per la
salvaguardia degli edifici dal recupero dei sottotetti (art. 18, 18 bis, 19 bis
contenute nell’allegato 5 del piano delle regole) per quanto riguarda la forma
del tetto e la dimensione delle aperture, anche in funzione dell’anno di
costruzione dell’edificio e della sua classificazione.
Queste
norme non state riprese nelle NTA del piano delle regole.
Si
chiede di riportare integralmente queste norme nelle NTA del piano delle regole,
che ha peraltro esteso la classificazione degli edifici delle zone di recupero a
tutti gli edifici del centro storico.
Zone
B2
Le
NTA del PRG prevedono che le prescrizioni delle zone B2 decadano dopo tre anni
dall’approvazione del PRG, lasciando agli uffici il compito generico di una
“ricognizione”.
In
tal modo si verrebbe a perdere tutta la classificazione degli edifici e le
indicazioni morfologiche e di densità edilizia approvate recentemente dai
Consigli di Zona e dal Consiglio Comunale.
D’altra
parte per tre anni non si applicherebbe la perequazione urbanistica e quindi gli
ampliamenti volumetrici concessi non comporterebbero, se superiori a 50 mq/mq,
l’acquisto di diritti volumetrici.
Si
chiede invece di applicare da subito nelle zone B2 la perequazione urbanistica e
di comprendere le relative tavole con la classificazione degli edifici e le
indicazioni morfologiche nel PRG, arricchendo le NTA con le norme dell’art. 18
bis e 19 bis delle attuali NTA.
In
tal modo il costo delle trasformazioni sarebbe allineato a quello del resto
della città e il Comune potrebbe acquisire aree per i servizi necessari ai
nuovi residenti.
Negozi
storici
L’art.
26 classifica i negozi storici ma non dà alcuna indicazione sulla loro
conservazione.
L’episodio
recente della Ferramenta Collini in corso Buenos Aires 8 in zona 3, sfrattato
dalla proprietà per essere sostituito da un anonimo negozio di moda, come pure
di altri negozi storici, impone una tutela efficace.
Si
chiede che il PGT preveda un vincolo di destinazione di questi spazi. Si
potrebbero definire come servizi ed il comune potrebbe acquisirne la proprietà
tramite la perequazione.
Edilizia
bioclimatica e risparmio energetico
Il
Comune di Milano ha già definito degli sconti sugli oneri di urbanizzazione in
funzione dell’isolamento termico degli edifici.
Non
è necessario dare una maggiorazione della capacità edificatoria, dato che il
mercato immobiliare ormai richiede edifici con una elevata classificazione
energetica ed è disposto a pagare un costo maggiore per gli edifici con queste
caratteristiche. Un edificio di maggiori dimensioni aumenterebbe inoltre
l’impatto energetico sia durante la sua vita che nella fase di costruzione per
la maggior quantità di materiali che producono effetto serra in fase di
produzione (ad esempio il cemento).
Si
chiede pertanto di rimuovere ogni incentivo volumetrico per l’edilizia
bioclimatica.
Dato
che vi sono dubbi sulla correttezza delle certificazione energetiche, si
richiede inoltre di attivare dei controlli a posteriori sulla effettiva validità
della certificazione energetica, basandosi sui consumi per il riscaldamento ed
il rinfrescamento negli anni successivi alla costruzione, ristrutturazione o
sostituzione.
Manca
il censimento del verde privato, a parte quello relativo all’art. 12.2 b)
(composizione vegetale con carattere storico-artistico-testimoniale nel centro
storico) censito nella Tav. R.03.
E’
necessario estendere il censimento a tutta la città e includere nelle NTA una
norma analoga all’art 29 del PRG V.P. Aree a verde privato, che comprende aree
che devono essere mantenute a giardino, vietando qualunque costruzione, anche in
sottosuolo.
Questa
previsione consentirebbe di salvaguardare il verde privato dalla costruzione di
parcheggi sotterranei, con conseguente privazione dell’effetto micro-climatico
anche nel resto della città.
Piano
dei Servizi
Piano
Casa
Il
PGT non ha previsto l’aumento della popolazione residente conseguente
all’attuazione del piano casa della Regione Lombardia.
E’
necessario stimare il numero dei nuovi abitanti ed i servizi conseguenti.
Servizi
necessari concordati con le zone
Il
censimento dei servizi nei Nuclei di Identità Locale (NIL) è fortemente
carente per quanto riguarda i servizi necessari. Le proposte ricavate dai
giornali sono insufficienti.
Si
richiede di avviare prima dell’approvazione del piano uno studio approfondito
con i consigli do zona sui servizi necessari in ogni NIL, convocando anche
specifiche riunioni di quartiere per ascoltare la cittadinanza. Non si comprende
perché questa attività, richiesta all’avvio della Vas nel luglio 2007, non
sia stata ancora fatta.
Standard
e monetizzazione
Le
NTA del Piano dei Servizi all’art. 9.2 prevedono una dotazione minima di
servizi pari al 36% della slp realizzata. Questa percentuale corrisponde ai 18
mq minimi richiesti dalla legge urbanistica regionale, se si considera una slp
di 50 mq per ogni abitante (50 mq x 36% = 18 mq).
In
realtà la superficie di 50 mq per abitante è assolutamente irrealistica; le
statistiche attuali e il DM 1444/68 danno l’indicazione di 30 mq per abitante.
La
valutazione trasportistica allegata alla VAS dell’ADP Ferrovie, i cui ambiti
fanno parte del PGT, prevede un’occupazione di 33 mq/abitante per l’edilizia
libera e 25 mq/abitante per l’edilizia agevolata.
Gli
elevati costi delle abitazioni a Milano e la loro tipologia condominiale non
consentono di prevedere un aumento della slp per abitante nella durata
quinquennale del piano.
D’altra
parte il DM 1444/68, ancora in vigore a livello nazionale, prevede per gli
standard una dotazione di 35,5 (18+17,5) mq/abitante.
Pertanto
si richiede che sia garantita nei piani attuativi una dotazione pari al 118%
della slp destinata a residenza (100:30x35,5) compresa quella destinata ad
edilizia residenziale sociale.
Questa
slp non dovrà essere di massima monetizzata in quanto la dimensione dei piani
attuativi previsti consente la loro reperibilità sul posto, per dotare i nuovi
quartieri e quelli limitrofi con elevata densità di popolazione dei servizi
necessari.
Per
quanto riguarda la quantificazione dell’eventuale monetizzazione, si richiede
che essa venga commisurata al reale utile dell’operazione e non ai valori
minimi di esproprio di aree analoghe.
Posti
auto
L’art.
9.5 delle NTA del Piano dei Servizi prevede un posto auto ogni 50 mq di s.l.p.
per la realizzazione di nuove funzioni terziarie, ridotto a un posto auto ogni
200 mq di slp nell’ambito 2 della tavola S.03 (area compresa nella
circonvallazione esterna) ed a un posto auto ogni 500 mq di s.l.p. nell’ambito
1 (centro storico).
Dato
che un addetto al terziario occupa in media 25 mq, ciò corrisponde
rispettivamente a un posto auto ogni 2, 8 e 20 addetti.
Si
ritengono troppo elevate queste quantità, in quanto va limitato il numero degli
addetti che utilizza l’auto privata al posto dei mezzi pubblici per recarsi al
lavoro.
Si
richiede pertanto una dotazione di un posto auto ogni 100 addetti in tutta la
città, quindi ogni 2.500 mq di slp, seguendo l’esempio di Londra, che nei
nuovi grattacieli ad uso terziario non prevede alcun posto auto.
Servizi
Privati esistenti
L’allegato
3 del Piano dei Servizi contenente le 88 schede dei NIL censisce i servizi di
interesse generale esistente.
In
alcuni casi non tiene conto delle situazioni pregresse.
In
zona 3 non censisce l’ex-scuola del monastero delle Benedettine in via Kramer
18, azzonata a Servizi Privati SP nell’attuale piano regolatore, e in seguito
alla vendita da parte del monastero, destinata a Residenza per Anziani e poi a
Residenza per Studenti, per rispettare l’attuale destinazione a servizio del
PRG. E’ censito solo il Monastero delle Benedettine in via Belotti.
Dolce
& Gabbana ha acquistato recentemente l’area per destinarla a propri uffici
o a un albergo di lusso.
E’
importante che venga mantenuta la destinazione attuale di Servizio Privato.
Vanno
verificate situazioni analoghe in altre zone per evitare speculazioni edilizie
su aree destinate dall’attuale PRG a Servizi Privati SP.
Nelle
tavola S.01 allegata al Piano dei Servizi sono indicati con precisione solo i
servizi comunali mentre non c’è alcuna tavola che rappresenti con esattezza i
servizi privati, molto importanti per la città in ottica della sussidiarietà.
La
tavola va aggiunta al PGT e vanno specificate nelle NTA del Piano dei Servizi le
funzioni ammesse, in modo analogo all’attuale art. 42 delle NTA del PRG.
Servizi
Intercomunali
Non
è presente una tavola con i servizi intercomunali esistenti e manca un articolo
delle N.T.A. che le descriva.
Anche
questa mancanza consente interventi speculativi, come in zona 3 la vendita a
privati dell’Istituto Grafico Rizzoli in via Botticelli 19 con cambio di
destinazione da istituto secondario a residenza per studenti di lusso.