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Quartiere Crescenzago: apre la Casa della Carità. E la scuola media...?. Vogliono svuotare i nostri poliambulatori per poi chiuderli? Lavori in via dei Transiti Puliamo il Mondo 2004 al parco Trotter ma senza Vip Sma di via Venini mantenere alta la vigilanza Guerra e pace Droghe: Fini come Tanzi Un anno di spettacoli al Teatro Officina Impressioni di ottobre… dal Comune di Milano
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MartesanaDUE mensile di informazione, cultura e annunci della zona due di Milano citta'
Editore Comedit 2000
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Red. e pubblicita' Via delle Leghe, 5 20127 Milano Tel. 02/28.22.415 Fax 02/28.22.423
Reg. Trib. MI n. 616 settembre 99
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Quartiere Crescenzago: Apre la Casa della Carità. E la Scuola Media...? Il 24 novembre prossimo, con l’inaugurazione ufficiale, aprirà i battenti la “CASA DELLA CARITÁ. Fondazione Angelo Ariani”. Nel quartiere Crescenzago, in Via Brambilla – periferia nord-est di Milano. La sede (4000 mq) è in un edificio scolastico, donato dal Comune di Milano al cardinale Carlo Maria Martini, e ristrutturato dalla Curia milanese. La Fondazione, costituita nel 2002 grazie al lascito di un industriale,alla concessione dell’immobile comunale e al contributo di Unicredito Italiano, vuole ritessere il filo della solidarietà e dell’aiuto alle persone bisognose, in una visione aggiornata della carità finalizzata a migliorare le condizioni di cittadinanza. Il progetto si articola in diverse istituzioni, servizi ed attività: centro di accoglienza temporanea per un centinaio di persone senza dimora; case-alloggio per donne sole e con figli a carico, e per persone con disagio psichico; servizi igienico-sanitari e ambulatoriali; mensa per i poveri; auditorium di 150 posti; corsi di formazione di livello universitario per operatori sociali e del volontariato. È nel programma del suo direttore, don Virginio Colmegna – attuale responsabile della Caritas ambrosiana -, far diventare la Casa della Carità anche un’istituzione culturale e sociale a disposizione del quartiere, uno spazio pubblico per incontri convegni spettacoli. L’iniziativa è ottima. Ed è la benvenuta. Può ricevere il favore e il sostegno degli abitanti del quartiere, ed incontrare la partecipazione delle associazioni e dei comitati di cittadini. È doveroso dire e far conoscere tutta la verità sull’iter che ha portato alla controversa scelta di quella sede. Si deve ricordare che proprio l’edificio di Via Brambilla, contiguo all’Asilo nido e alle Scuole Materna ed Elementare, venne individuato dal quartiere e dal Consiglio di Zona come sede di Scuola Secondaria, all’interno di un contesto urbanistico-ambientale bisognoso di risanamento e di delocalizzazione di alcune funzioni improprie e nocive ( che tuttora persistono: fabbrica chimica inquinante, parcheggio di automezzi pesanti ecc.). La Giunta Albertini e il Consiglio Comunale non hanno voluto soddisfare tale sacrosanta richiesta che è diventata ancor più oggi un bisogno urgente, anche alla luce di recenti insediamenti abitativi e di nuovi come quelli previsti nell’area dimessa ex Magneti Marelli che si vuole cementificare pesantemente. L’Amministrazione Comunale è chiamata a saldare il debito che ha nei confronti dei bambini e degli scolari, dei giovani e delle famiglie del quartiere (sempre di più una piccola città nella metropoli), che aspettano da un decennio l’istituzione di almeno una Scuola Media se non proprio di un vero campus scolastico-educativo onnicomprensivo. Ora, elenchiamo di seguito atti e fatti della lunga “vertenza” sull’ “oggetto del desiderio” (edificio di Via Brambilla) tra Quartiere e Consiglio di Zona da una parte ed Amministrazione Centrale dall’altra. Si tratta di una vicenda esemplare, anche in riferimento a problemi più generali che riguardano il rapporto tra Istituzioni politico-amministrativi ed Organi territoriali, tra potere e partecipazione, centro e periferia, accentramento e decentramento. 1. Dal 1995 il Comitato di Quartiere chiede l’istituzione di un “Polo unitario della Scuola di base e dell’obbligo” nell’area tra le Vie San Mamete-Trasimeno –Brambilla-Adriano. 2. Il 22 febbraio 2000 la Giunta Comunale avvia la procedura di messa in locazione dell’edificio di Via Brambilla. 3. Il 16 marzo 2000 il Consiglio di Zona 2 approva un ordine del giorno col quale – mentre si richiede l’annullamento della unilaterale decisione centrale- si propone di utilizzare l’edificio a sede di Scuola Media inferiore e superiore all’interno di un polo scolastico onnicomprensivo . 4. Con la Mozione n.72 del 29 marzo 2000, sempre il Consiglio di Zona ribadisce la sua posizione e minaccia il ricorso al TAR. 5. Nel frattempo si svolgono nel mese di aprile manifestazioni di genitori , alunni e cittadini in Via Brambilla in concomitanza con le visite al locale da parte di privati interessati. 6. Il bando di messa in locazione non ha esito. 7. Sull’eventualità di destinare l’immobile a “Casa di accoglienza per persone senza fissa dimora”, il Consiglio di Zona, con la Mozione del 2 novembre 2000, chiede che “ venga definito, considerando indispensabile per la civile convivenza della nostra città, per tutte le zone, a partire dalla Zona 2, con la massima urgenza, un fabbricato pubblico da destinare a casa di accoglienza per persone senza fissa dimora”; e ribadisce l’uso scolastico dell’edificio di Via Brambilla. 8. Il 4 dicembre 2000,in una riunione congiunta delle Commissioni Servizi Sociali,Sanità,Scuola,Ambiente del Consiglio di Zona, chi scrive – allora consigliere di circoscrizione- svolge una dettagliata relazione, in cui si indicano le linee guida per realizzare un polo scolastico onnicomprensivo nel Quartiere. 9. Il 20 febbraio 2001, ancora una volta il Consiglio di Zona torna sul problema. Ed approva un documento sul fabbisogno scolastico del Quartiere, a sostegno della sua reiterata richiesta di “destinare l’edificio di Via Brambilla a polo scolastico pubblico”. 10. Istanze dei cittadini, e mozioni ed ordini del giorno e documenti del Consiglio di Zona 2…senza risposte, senza risultati…Si aspetta ancora la scuola Media e un ambiente scolastico sano sicuro ed unitario…Fino a quando?… Ci auguriamo che questo nostro intervento possa contribuire a riprendere la questione, come tassello importante e decisivo per migliorale il nostro Quartiere, per far funzionare le istituzioni democratiche e per garantire davvero il diritto di cittadinanza. Per quanto ci riguarda, torneremo sul problema con proposte e progetti concreti. Giuseppe Natale
Vogliono svuotare i nostri poliambulatori per poi chiuderli? All’inizio dell’autunno riprende fiato il tema delle battaglie sociali e, come già in passato, eccoci qui a discutere della Sanità Pubblica, dei pericoli che corre poiché qualcuno (pochi) vorrebbe il ritorno delle assicurazioni private o, se preferite, alle mutue. Visto che la convinzione del CDSP (Comitato di Difesa della Sanità Pubblica) è che l’interesse dei tanti è al di sopra di quello di quei pochi che vorrebbero distruggere la Sanità Pubblica, a favore della Sanità Privata, tratteremo una questione che ci ha già visti impegnati nella nostra zona e anche altrove, nell’ambito della nostra provincia. Il 5 Agosto scorso la Giunta Regionale di Formigoni (Forza Italia) e l’Assessore Borsani (Alleanza Nazionale) hanno preparato una proposta per il Consiglio Regionale che in linguaggio tecnico è detta “Proposta di Deliberazione Consiliare”, precisamente la numero 18574, riguardante l’accorpamento di tutti i poliambulatori di Milano Città. Dopo averli accorpati si vorrebbe farli entrare in una unica Direzione che li gestisca. L’ente che ne dovrebbe curare il buon funzionamento e la corretta erogazione dei servizi è quello che si chiama Istituti Clinici di Perfezionamento ( per brevità da ora in avanti ci riferiremo a questo ente con la sigla ICP). Cosa cambierà in zona, qui da noi? Il Poliambulatorio di Via Puecher è oggi del Fatebenefratelli, con l’accorpamento finirebbe anch’esso come quelli di Via Don Orione e di Via A. Doria sotto la direzione degli ICP. Perché dunque siamo qui a parlare di ciò che sta succedendo? Perché non vogliamo che si riaffacci il rischio di vederci sottrarre ciò che ci appartiene. Abbiamo già manifestato in corteo lungo il Viale Monza, andando poi a concludere davanti a via Puecher con comizi per difendere questo pezzo di Sanità Pubblica zonale che è nostro. È stato nel 1997 e nel 1998, l’Ospedale Fatebenefratelli ed il suo Direttore Generale di allora, il Dott. Vito Corrao ci hanno sentiti bene: forte e chiaro. Abbiamo ottenuto che branche specialistiche come la Cardiologia, l’Urologia e l’Ortopedia, tornassero nel nostro Poliambulatorio di Via Puecher. Oggi, forti per avere difeso con successo i servizi di questo nostro poliambulatorio, iniziamo nuovamente a porci domande, per brevità le esporremo sinteticamente: 1. Perché gli ICP dovrebbero gestire tutti i Poliambulatori di Milano? 2. Riuscirebbero gli ICP a gestire una rete di Poliambulatori che va da Via Novara (S. Siro) a Via Ripamonti passando per Via Farini, Via Cherasco (Niguarda) e arrivando a Via Puecher? 3. Forse mettendoli tutti insieme si potrebbe gestire meglio la graduale chiusura fino a dimezzarne il numero come si sussurra negli ambienti bene informati? Alla prima domanda si può rispondere così: dopo averli suddivisi (poiché prima del 1998 erano tutti sotto la ASL) oggi riaccorparli comporterà problemi a non finire sia per gli operatori che per gli utenti. Alla seconda si deve rispondere che difficilmente gli ICP potranno farsi carico di curare come si deve tutti i Poliambulatori della Città, non si capisce infatti a quale modello organizzativo dovrebbero riferirsi per riuscirci. Del resto gli ICP hanno già oggi i loro problemi con Via Don Orione, Via A. Doria, Via Rugabella e Mangiagalli. Alla terza domanda la risposta da dare è la seguente: è molto probabile che si stia pensando di agire in direzione del graduale svuotamento dei Poliambulatori prima, e della loro chiusura poi, un po’ più in là. A qualcuno potrebbe venire in mente di dire: -E allora? Adesso che si può fare?- E’ semplice: occorrerà che la lotta riparta. E ripartirà. Così come in passato bisognerà essere vigili, attenti, premurosi verso noi stessi e verso gli altri.. A chi mi ha domandato: è una minaccia? Ho risposto: -no, è una promessa!- Dimostreremo di che pasta è fatta la nostra gente, le brave persone non mancano da noi, se conosco almeno un po’ il nostro territorio. La prima scadenza è per giovedì 11 novembre 2004 alle ore 21 presso la Sala Teatro della Parrocchia di San Michele Arcangelo in Viale Monza 224, fermata MM1 di Precotto. La rassegnazione è una ottima madre per ogni sconfitta e noi in zona non ce la vogliamo. Preferiamo che a rassegnarsi siano coloro che vorrebbero tagliare i nostri servizi. Passate parola! Per il Comitato di Difesa della Sanità Pubblica Luigi Tranquillino
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