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Editore Comedit 2000
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Red. e pubblicita' Via delle Leghe, 5 20127 Milano Tel. 02/28.22.415 Fax 02/28.22.423
Reg. Trib. MI n. 616 settembre 99
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Anche nella nostra zona la vittoria della sinistra
A qualche settimana dal voto e dal ballottaggio, si può ragionare senza farsi prendere da un’inutile e fuori luogo euforia che il centrosinistra, soprattutto a Milano, ha sparso a piene mani immediatamente dopo le elezioni. Il rischio è di fare un lungo “pistolotto” politicistico, ma per rispetto di tutti quelli andati a votare è giusto provare ad analizzarlo non limitandoci ai commenti a caldo dove nessuno ha perso. Ragionare su un campione di 100.000 elettori aventi diritto al voto nella nostra zona è sicuramente un test utile. Il risultato positivo della sinistra è evidente anche nella nostra zona, solitamente più a destra rispetto alla media della città e della nostra provincia. Nei quartieri più popolari come in quelli a reddito medio, le preoccupazioni per il futuro con un già visibile ritorno di povertà e precarietà hanno fatto aumentare sicuramente la sfiducia in questo governo populista che ha pensato più agli interessi del suo capo che a quelli del suo stesso elettorato. È una città questa ormai senza industria e con i servizi, il commercio e le professioni sempre più incerti e che riescono ancora a galleggiare grazie a un 15 o 20 per cento di città (gli extracomunitari) che si accontenta di qualsiasi lavoro a qualsiasi condizione. Da qui un voto che fa sì che il centrodestra perda la maggioranza assoluta in città come in zona 2 (qui passiamo dal 55% delle scorse politiche o comunali del 2001 al quasi 48% delle europee del mese scorso); anche se va subito sottolineato come questa sfiducia nel centrodestra si evidenzia con l’astensionismo di un pezzo del proprio elettorato e non con la punizione del cambiare schieramento (su 47.000 voti per il centrodestra del 2001 ben 15.000 non vanno a votare.; mentre solo, per modo di dire, 4.000 votanti per il centrosinistra su 33.000, se ne stanno a casa). Questa astensione dipende probabilmente anche dal tipo di elezioni (europee e provinciali) che notoriamente sono quelle che meno interessano; ma tra un anno o due alle politiche come si comporteranno quei 15.000 elettori del centrodestra che non sono andati a votare quest’anno? Solitamente ci tornano insieme agli altri 4.000 del centrosinistra e saranno questi a decidere il risultato finale, senza dimenticare altri 4.000 votanti che quest'anno hanno votato per piccole formazioni soprattutto di destra (pensionati e vari movimenti sociali con o senza la Mussolini) che presumibilmente non ci saranno alle prossime politiche (qualche migliaio di elettori nella nostra zona significa qualche milione di votanti a livello nazionale che rendono del tutto incerto il prossimo risultato). Se poi vogliamo analizzare il risultato all’interno del centrodestra è chiara la debacle di Forza Italia che perde, da sola, 10.000 voti; male anche An che dimezza i propri voti perdendone quasi 5.000; benino la Lega che i suoi 4.000 voti li mantiene a ogni elezione; bene l’Udc che aumenta di 300 voti (anche se le formazioni cattoliche sia del centrodestra che del centrosinistra nella città laica per eccellenza rimangono deboline). Nel centrosinistra Uniti nell’ulivo perde quasi 6.000 voti rispetto al 2001, una parte dei quali vanno a Rifondazione e Verdi che aumentano, a testimonianza che l’impegno chiaro sui temi della pace e delle questioni sociali paga. Concludendo sul dato europeo che ci permette di ragionare in termini politici generali: per sconfiggere Berlusconi c’è n’è ancora tanto di lavoro e di iniziative da costruire; forse per essere più credibili come forze del cambiamento, il centrosinistra dovrebbe provare a recuperare più voti nei quartieri popolari dicendo cosa vuole fare di diverso dal governo Berlusconi, ma anche dai precedenti governi di Prodi, D’Alema e Amato rispetto a questioni come le pensioni, la continua precarizzazione del lavoro dipendente, la continua privatizzazione di servizi a scapito della qualità, per non parlare delle guerre che si continuano a fare prima in Kossovo e Afghanistan adesso in Iraq domani magari in Siria o in Iran. Si vuole dire, in sostanza, che quando il centrosinistra è all’opposizione è efficace nel contrastare progetti e riforme sbagliate come quella sulla scuola o a sostenerne i movimenti e le associazioni attive contro la Moratti, o i giovani tranvieri quando bloccano l’intera città e vincono ugualmente riuscendo ad averla dalla propria parte dimostrando come non si vive a Milano con una busta paga di 900 euro e turni massacranti. Quando invece è al governo, questa sua carica innovativa e di cambiamento si perde e si confonde. Facciamo un esempio concreto che riguarda questa città e il suo continuo invecchiare: sulle pensioni la maggioranza di centrosinistra della passata legislatura ebbe un atteggiamento contraddittorio (pochi ormai ricordano la battuta di D’Alema che contribuì a far perdere il ballottaggio a Bologna riconquistata ora non a caso da Cofferati), oggi questo governo sta cercando di affossare definitivamente il sistema pensionistico pubblico; buona parte del centrosinistra non ha brillato nel sostenere il movimento e le reazioni contro questa riforma peggiorativa: probabilmente nelle prossime settimane Berlusconi, i suoi amici leghisti e l’intero governo riusciranno a far passare definitivamente il loro progetto; il centrosinistra dica adesso che cosa farà nelle prossime settimane, ma soprattutto quando ritornerà al governo. Al nostro amico Antonio Pizzinato, nonché senatore del collegio che comprende anche la nostra zona, diamo atto di essere tra gli animatori di questo movimento e di aver trascinato l’intera opposizione qui nel nostro territorio: i dubbi però permangono. Nella nostra città la condizione dei nostri anziani è sempre più difficile e contraddittoria; segnalazioni e lettere al nostro giornale come a tutti i quotidiani fotografano una situazione in continuo peggioramento: quando l’anziano è autosufficiente e minimamente in salute, la sua pensione, sempre meno consistente rispetto al costo della vita, è importante per se stesso ma sempre più spesso anche per la famiglia del figlio; quando l’anziano comincia ad ammalarsi, ad avere bisogno di cure o a dover essere ricoverato in qualche casa di cura o riposo con rette altissime si entra in un circuito drammatico per sè e la famiglia. Una città come Milano regge sempre meno questa situazione: un sindaco e una giunta con vedute ragionieristiche da piccolo condominio non sono all’altezza delle possibilità sociali e solidaristiche che questa metropoli potrebbe esprimere. Lo Spi-Cgil e gli altri sindacati avevano proposto una piattaforma concreta per gli anziani di Milano, ovviamente snobbata da questa amministrazione: non è il caso di riprenderla, rimuovendo magari qualche atteggiamento burocratico presente nel sindacato milanese più attento agli equilibri interni o più interessato a dar battaglia contro posizioni come quelle di Cofferati, quando era segretario nazionale della Cgil? Non è il caso di provare iniziative più incisive da parte del sindacato pensionati? I pensionati di oggi sono quelli che hanno fatto le lotte e le conquiste degli anni 60 e 70 e sono bravi quanto i giovani tranvieri; bisogna avere il coraggio politico e sociale. È chiaro che saper affrontare la questione anziani in questa città è la premessa per poi scuoterla con l’altra vera emergenza: le centinaia di migliaia di giovani e non precari, interinali e intermittenti, co.co.co. e partite Iva che rischiano di rendere senza futuro tutti quanti. Continuiamo a ragionare sul nostro campione rappresentato dai risultati elettorali riguardante adesso la Provincia nei 123 seggi della nostra zona. Intanto, informiamo subito i nostri lettori che in Consiglio Provinciale vi saranno tre rappresentanti eletti dai due collegi che formano la nostra zona: Michele Clerici di Forza Italia e Paola Frassinetti di Alleanza Nazionale provenienti dal Milano Centro Direzionale - Greco e Luigi Tranquillino di Rifondazione Comunista dal collegio Milano Gorla - Crescenzago. Per i due rappresentanti del centrodestra nessuna particolare novità, essendo questo collegio tradizionalmente una loro roccaforte; per il centrosinistra la novità è che i Ds della nostra zona, nonostante la vittoria della coalizione non eleggono nessun rappresentante, forse per un eccesso di furbizia: nel collegio Gorla - Crescenzago hanno inserito dall’esterno un candidato sconosciuto sindaco di Castano P. ; probabilmente un candidato espressione di questo territorio sarebbe stato eletto; come è stato invece giustamente eletto, in questo collegio, Luigi Tranquillino con l’8,7%. Si può pensare ciò che si vuole di Luigi Tranquillino, ma non si può dire non conosca i problemi di questa zona o le disfunzioni della sanità milanese; un “rompiscatole” come lui non può che essere utile in questo Consiglio provinciale, sperando che questa maggioranza non faccia la fine di quella del 1995 - 99 che si spense senza particolari risultati; peccato che per pochi voti non entra in Consiglio Maria Grazia Ciccarelli e per la sua battaglia per l’ambiente, le piante e i parcheggi; peccato per Aurelio Volpe attento in modo particolare alla scuola e al Trotter; ha forse sbagliato lista affidandosi a dei politicanti opportunisti della sinistra milanese? Un’ultima annotazione: in zona due le elezioni della provincia al primo turno il centrodestra vince ampiamente con 33.000 voti (27.941 hanno dato il voto a una lista della Casa della libertà gli altri solo ai candidati Presidenti), mentre il centrosinistra prende 28.700 voti (22.236 alle liste e gli altri al solo candidato Presidente). Al ballottaggio Ombretta Colli prende 24.941 voti: significa che 9.000 elettori del centrodestra non sono andati a votare due settimane dopo; mentre 28.037 elettori hanno votato Filippo Penati, quasi tutti quelli che lo avevano votato due settimane prima. Alle prossime Regionali e Politiche si vota con un solo turno: se lo ricordi bene il centrosinistra! Paolo Pinardi
OFFICINA DECENTRATA OFFICINA GRAN FRITTATA OFFICINA LA SFRUTTATA OFFICINA SENZA SENSO OFFICINA SENZA CESSO OFFICINA SENZA CENSO OFFICINA IO TI PENSO OFFICINA MALEDETTA OFFICINA GRAN VENDETTA OFFICINA ESALTANTE OFFICINA UNICA AMANTE OFFICINA BALBUZIENTE OFFICINA DELLA MENTE OFFICINA LIBERATA OFFICINA ABBANDONATA OFFICINA IMPOLVERATA OFFICINA CROCIFISSA OFFICINA IDEA FISSA OFFICINA TROPPO CUORE OFFICINA INTENSO AMORE OFFICINA DEI RICORDI OFFICINA PIU’ NON MORDI OFFICINA SOTTERRATA OFFICINA RINNOVATA OFFICINA SCOPERCHIATA FORSE SOLO TI HO SOGNATA.
TEATRO OFFICINA Via S. Elembardo, 2 – 20126 Milano - MM1 Gorla Tel. 02.25.53.200 – Fax 02.27.00.08.58 web: www.teatroofficina.it teatroofficina@tiscali.it Il Comune di Milano, proprietario dello stabile, dice che non ha soldi per riparare il tetto e che, siccome abbiamo già un contratto d’affitto per le associazioni no-profit, è ovvio che le spese straordinarie ce le dobbiamo pagare noi. Non avendo “profit”, appunto, e ignorando per ora quale istituzione potrà mai aiutare noi (che non abbiamo mai avuto santi in Paradiso), voltiamoci indietro le maniche e cominciamo a risponderne di persona: RACCOGLIAMO SOLDI PER RIFARE IL TETTO. Puoi FARE UN BONIFICO BANCARIO sul c/c 43193667 intestato a Associazione Culturale Teatro Officina presso la Cassa di risparmio Parma e Piacenza ABI 06230 CAB 01629. PASSARE IN TEATRO, dove trovi una concreta cassa in cui mettere i soldini (telefona prima, però!). A CIELO APERTO La storia del Teatro Officina è storia a cielo aperto. Per 12 anni (dal 1972 al 1984) nello spazio del Circolo Familiare di Unità Proletaria in viale Monza 140e, di seguito, per quasi vent’anni nella “capanna” fra le case popolari di via S. Elembardo, il nostro teatro ha diffuso emozioni pensieri e fantasie con gli strumenti di una dignitosa professionalità, con una disponibilità di cuore e di mente non consueta, credo abbastanza rara. Ma perché, mi chiederete, questa semina culturale è avvenuta a cielo aperto? Non solo, credo, nel senso che è sempre avvenuta alla luce del sole, en plen air, poiché ci siamo mossi nelle strade e nelle piazze della nostra metropoli, dentro il tessuto associativo della città, con trasparenza e pulizia di intenti e di opere.
Ci riempie di gioia e soddisfazione la bella vittoria della coalizione dell’intero centro-sinistra, che ha portato all’elezione di Filippo Penati a presidente della Provincia di Milano. Nell’augurare ottimo lavoro al presidente e alla sua giunta e alla maggioranza del Consiglio, e una costruttiva opposizione ai consiglieri di centro-destra, ci permettiamo di ricordare che i tempi sono davvero maturi perché si realizzi finalmente una nuova forma di governo metropolitano del territorio così come stabilito dal titolo V della Costituzione. L’iter politico-istituzionale più adeguato ci sembra quello di riprendere con urgenza la discussione sui due disegni di legge (quello del centro-sinistra a firma Pizzinato et altri , e quello di Del Pennino di Forza Italia) sulla costituzione delle città metropolitane, e di quella milanese in particolare. I due testi, discussi ed eventualmente migliorati, potrebbero unificarsi e diventare in tempi brevi legge istitutiva della Città metropolitana di Milano. Non si tratta di ridisegnare un semplice maquillage istituzionale, ma di praticare una nuova forma di democrazia territoriale e partecipativa e di dotarsi di uno strumento di governo metropolitano più adeguatamente rispondente alla complessa ed ingarbugliata realtà dell’area milanese e lombarda.Un nuovo governo metropolitano deve essere concepito come soggetto autonomo di gestione e valorizzazione del territorio, come motore di sviluppo sostenibile e nuovo welfare-state urbano, come trait-d’union tra Regione e Comuni/Municipalità e tra locale e globale. Dovrebbe essere chiaro a tutti che le attuali forme di governo locale sono caratterizzate sia da un grave squilibrio di poteri (eccessivo accentramento nelle mani della Regione di molti poteri e funzioni territoriali, eccessivo predominio del Comune di Milano sull’area provinciale, eccessivo accentramento del potere amministrativo di Palazzo Marino a danno delle zone e delle periferie), sia da una relativa frantumazione amministrativa locale che rischia di aumentare anche a seguito della creazione della Provincia di Monza e Brianza. Incapsulati in tale vecchio contesto istituzionale, i problemi e le condizioni dell’area milanese si deterioreranno ulteriormente contagiando in termini negativi non solo il resto della Lombardia ma un territorio interregionale molto più vasto. Passando dai contenitori ai contenuti ci si rende conto della gravità della situazione, anche soltanto limitandosi a fare un rapido essenziale elenco delle questioni drammaticamente aperte: - quale tipo di sviluppo (sostenibilità e qualità) e quale garanzia dei diritti fondamentali della persona e del cittadino (lavoro,salute,istruzione,casa…) – flussi migratori e relazioni interculturali - – mobilità e trasporti - inquinamento e tutela dell’ambiente e del patrimonio storico, culturale,artistico – ciclo integrale delle acque e fonti energetiche – smaltimento e riutilizzo dei rifiuti – verde urbano , sistema dei parchi e riordino urbanistico – ricerca,formazione e istruzione, informazione e comunicazione – reti commerciali, etc. Solo un governo metropolitano dell’area milanese, articolato in un sistema democratico di nuove municipalità più partecipativo e solidale può costituire lo strumento politico-istituzionale più adatto ad affrontare una delle più dense e complesse realtà urbane d’Italia e d’Europa. A tale scopo può (e deve) giocare un ruolo di protagonista la nuova giunta di centro-sinistra della Provincia di Milano. Da parte sua l’associazione ALSOLE continuerà ed intensificherà il proprio impegno promuovendo iniziative sociali e politiche, studi, ricerche e pubblicazioni. Giuseppe Natale Indice della pubblicazione LA METROPOLI DELLE MUNICIPALITA’ 1. Breve excursus storico sui processi più significativi di urbanizzazione e di formazione di aree metropolitane. 2. Sviluppo delle aree metropolitane in Italia e in Europa in relazione ai nuovi contesti globali e locali. 3. Costituzione, Federalismo, Riforme istituzionali. 4. La Città metropolitana secondo il titolo V della Costituzione. 5. Il caso Milano: - Milano, Città-Stato? - Milano, Area Metropolitana? - Milano,Metropoli delle municipalità? 6. Contenitori e Contenuti di una nuova forma di governo metropolitano . 7. Appendice: Documentazione. - Bibliografia.
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