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filodiretto dal Parlamento

   DECLINO DEL PAESE E IMPOVERIMENTO SOCIALE

 

L'Italia vive una progressiva fase di declino economico, rispetto all'Europa e al mondo, con conseguente impoverimento di strati sempre più estesi di popolazione. Fattori questi che determinano insicurezza ed incertezza tra i cittadini; le famiglie e le imprese. I crack di Parmalat e Cirio e le conseguenze sugli investitori, come le procedure di licenziamento in numerose aziende, non sono che i fatti più traumatizzanti ed eclatanti di tale situazione.

 

CROLLANO LA PRODUZIONE E LE ESPORTAZIONI

 

I dati ufficiali resi pubblici dall'ISTAT smentiscono le affermazioni televisive di Berlusconi. La produzione dell'ultimo trimestre dello scorso anno  ha segnato - dopo un decennio - uno sviluppo pari a zero; nell'intero anno 2003, il PIL (Prodotto interno lordo), è aumentato solamente dello 0,4% (il più basso d'Europa), rispetto ad un incremento programmato dal Governo - in occasione dell'approvazione della Legge Finanziaria - del 2,5%.

La competitività dell'Italia, nel mondo, è crollata al 41° posto e l’esportazione dei prodotti italiani è diminuita dal 4,5% al 3,6% dell'insieme delle esportazioni nel mondo.

Sono dati che indicano la gravità della situazione economica del nostro Paese, dopo tre anni di governo Berlusconi e della destra. Malgrado ciò, e le ripetute proposte formulate in Parlamento dal centrosinistra, non si adottano le misure indispensabili - a partire dalla ricerca ed innovazione di  processo e prodotto - per far uscire il nostro Paese dal declino e rilanciare i prodotti italiani nel mondo. Misure più che necessarie, considerato che - dal prossimo 1° maggio - l'Europa si allargherà a 25 Paesi, con oltre 400 milioni di abitanti.

 

IL GOVERNO METTE LE MANI NELLE TASCHE DEGLI ITALIANI: 

MENO SALARI, PIU' TASSE

 

Vi è un impoverimento che coinvolge sempre più non solo i pensionati e i lavoratori delle basse qualifiche, ma anche le famiglie di tecnici, quadri, impiegati di alta professionalità. Le ricerche effettuate da Istituti specializzati, dimostrano che i redditi medi da lavoro sono diminuiti del 5%, e il 35% dei lavoratori percepisce meno di 1.000 euro mensili. Ma i salari dei soli operai sono ancora più bassi, infatti il 49% percepisce mensilmente meno di 1.000 euro; il 48% tra 1.000 e 1.500 euro e solo il 3% delle buste paga supera i 1.500 euro.

Dati che dimostrano - unitamente al fatto che l'80% degli incrementi di produttività si è trasformato in profitti per le aziende, nonché l'erosione per l'aumento dei prezzi - l'esigenza di affrontare il problema dei livelli retributivi dei lavoratori italiani.

Situazione aggravata dal fatto che il governo Berlusconi, in violazione degli accordi fatti con i sindacati negli anni '90, non ha restituito il drenaggio fiscale che è pari a 2,5% miliardi di euro. Il fiscal-drag non restituito è pari allo 0,2% del PIL, e ha colpito 25 milioni di italiani - il 75% delle famiglie - con un aumento delle tasse del 2%.

Il Ministro Tremonti dice che "non mette le mani sulle tasche degli italiani", mentre succede proprio il contrario: salari più bassi, più tasse per gli stati popolari. E non è tutto: poiché il Governo ha tagliato i trasferimenti alle Regioni e Comuni, questi ultimi aumentano la complementare IRPEF locale. Nel 2003, la media degli aumenti IRPEF regionale rispetto al 2002, è stata del 20,6%,  e del 46,7% la complementare IRPEF Comunale.

Complessivamente gli italiani hanno pagato 2,3 miliardi di euro di tasse in più solo per le complementari IRPEF Regionali e Comunali.

Mentre il Governo per i ricchi, i disonesti, gli evasori fiscali, ha pensato di farli beneficiare di condoni di tutti i tipi, oltre all'eliminazione delle tasse sull'eredità sopra i  350 milioni di vecchie lire. Più tasse per lavoratori e pensionati, meno tasse per i ricchi e le imprese.

 

SENATO FEDERALE: DESTRUTTURAZIONE 

E STRAVOLGIMENTO DELLA COSTITUZIONE

 

La maggioranza di centrodestra, invece che affrontare i problemi e le conseguenti misure per la ripresa economica e migliorare le condizioni di vita degli italiani, blocca l'attività parlamentare sulla cosiddetta "devolution". Ha inoltre respinto le proposte di completare l'esame delle proposte di legge riguardanti la riduzione delle tasse sul TFR, la restituzione del fiscal-drag, il fondo per l'assistenza degli anziani non autosufficienti e varie altre proposte presentate dall'Ulivo.

Ma l'aspetto più umiliante per l'attività parlamentare, è che, per superare le divisioni all'interno della maggioranza e fare come vuole Bossi, si stanno stravolgendo i principi fondanti  dello stato democratico, rendendo sempre più subalterni - fra gli altri - i ruoli del Senato e delle Regioni.

Il Senato viene svuotato delle sue principali funzioni (contrariamente a quanto avviene in tutto il mondo) a partire dal  non avere più competenza in materia di Bilancio dello Stato - e dei trasferimenti alle Regioni - delle politiche sociali. Contemporaneamente si prevedono più poteri per il Presidente del Consiglio il quale, se sfiduciato dalla Camera o dal Senato, invece che "andarsene a casa", può sciogliere uno o entrambi i rami del Parlamento eletti dal popolo.

La battaglia per salvaguardare le funzioni delle Istituzioni parlamentari e regionali, prosegue, ma se non si cambiano i contenuti diventerà inevitabile chiamare gli italiani a bocciare direttamente la modifica di 35 articoli della Costituzione, con un referendum.

 

IL 12-13 GIUGNO SI VOTA: EUROPEE E PROVINCIA

 

Cambiando le regole in atto, il Governo ha fissato le elezioni per il rinnovo della maggioranza dei Consigli provinciali (compreso Milano) e di quelli Comunali, assieme a quelle per il Parlamento Europeo, per  il 12 e 13 giugno e gli eventuali ballottaggi per il 28 giugno. Alla luce dell'esperienza dell'ultimo quinquennio e del bilancio negativo della presidenza di Ombretta Colli, l'insieme di tutte le forze del centrosinistra unite presentano la candidatura di Filippo Penati. Le elezioni provinciali  quindi sono quindi  una prima importante occasione per mandare a casa, con il voto dei cittadini, coloro che male hanno governato.

Antonio Pizzinato 

MartesanaDue - marzo 2004