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IL CENTRO DESTRA:LEGGI INCOSTITUZIONALI, LA "DITTATURA" DELLA MAGGIORANZA Il 2004 è iniziato - sul piano parlamentare - con il rinvio al Parlamento, da parte del Presidente della Repubblica, della cosiddetta "legge Gasparri" riguardante le normative generali sull'informazione radiotelevisiva, perché contenente varie norme anticostituzionali (non garantisce il pluralismo e la completezza dell'informazione) e con la dichiarazione di incostituzionalità, da parte della Corte Costituzionale, del cosiddetto "Lodo Schifani", cioè della legge che sospende i processi delle 5 più alte cariche dello Stato. Già durante l'esame in Parlamento, di entrambe queste leggi, i parlamentari del centrosinistra avevano sottolineato il carattere anticostituzionali di queste norme e avanzato, proposto, modifiche correttive, che però furono tutte respinte dalla destra e dal governo. Ora siamo nuovamente daccapo, ma la maggioranza tenta ancora di forzare la mano, ad esempio, alla Camera dei Deputati, non tenendo conto delle osservazioni del Presidente Ciampi, nel ridefinire e rielaborare la legge sull'informazione radiotelevisiva sia per quanto riguarda il pluralismo dell'informazione, che la non concentrazione (il monopolio) della pubblicità. In altre parole il centrodestra con alla testa Berlusconi, pretendono di continuare a legiferare ignorando e violando i principi sanciti nella Costituzione ("L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro" - art. 1 - e "tutti i cittadini hanno pari dignità e sono eguali davanti alla legge" - art. 3 ) facendo legge "ad personam", che vanno dalla "sospensione dei processi" al Presidente del Consiglio, al "falso in Bilancio", e via elencando. Infatti stanno nuovamente forzando i tempi su varie leggi - dall'ordinamento giudiziario, al sistema radiotelevisivo, al federalismo, la controriforma previdenziale, ecc. - non solo non rispettando la costituzione, ma proponendo di modificarne ben 35 articoli. LA "DITTATURA" DELLA MAGGIORANZA Berlusconi, celebrando i "10 anni di Forza Italia", ha detto che "l'opposizione non ha formulato e non presenta sue proposte sui problemi del Paese". Nulla di più falso. Infatti i deputati e senatori del centrosinistra hanno formulato precise proposte su tutte le problematiche economiche, sociali, fiscali, formative, di rinnovamento strutturale del paese, per il suo sviluppo, presentando circa 3.000 proposte di legge. Ebbene, negli oltre due anni e mezzo di questa legislatura - siamo ormai oltre la metà della stessa -, delle 351 leggi approvate ben l'85% sono del Governo, le restanti dei parlamentari della maggioranza (spesso su suggerimento del Governo, come la "Cirami" sul "legittimo sospetto") mentre hanno respinto e bloccato le proposte dell'opposizione. Valgono per tutte quanto è accaduto su due proposte di legge riguardanti gli anziani. All'inizio della legislatura il Senato, discute una proposte di legge - di cui sono primo firmatario - riguardante lo studio della condizione degli anziani e le misure da adottare per assicurare ad essi una vecchiaia serena. Dopo mesi di confronto, alcune modifiche, il senato l'approva all'unanimità. La maggioranza, la destra, da quasi due anni, l'ha bloccata alla camera. Sempre alla Camera, dopo un anno di confronto in Commissione affari sociali, viene definito su proposta di parlamentari di sinistra e approvato all'unanimità un disegno di legge sull'assistenza agli anziani non autosufficienti. Passa all'esame della Commissione Bilancio, la destra ed il Governo ne bloccano l'esame con il presto che non vi sono disponibilità finanziarie. Fanno passare le loro leggi, a partire dalla legge Finanziaria con i voti di fiducia, premiano i disonesti con i condoni su tutto, comprese le costruzioni edilizie sui terreni del demanio, bloccano e respingono ogni legge o proposta della sinistra, ma non le basta ancora, vogliono cambiare la costituzione per introdurre "la dittatura della maggioranza". Infatti con la cosiddetta legge sulla "devolution", elaborata dagli esperti di centrodestra nella malga sui monti di Lorenzago e peggiorata in Senato, vogliono cambiare ben 35 articoli della Costituzione. Ridurre i poteri e le funzioni del Presidente della Repubblica, ridurre (subordinare) l'indipendenza della magistratura, negare il ruolo dell'opposizione, assegnare "strapoteri" al Presidente del Consiglio, sino al diritto di sciogliere il Parlamento se - ad esempio - non approva una legge sulla quale ha posto il "voto di fiducia". Cioè, invece che dimettersi da Presidente del Governo, è lui che sfiducia, manda a casa i parlamentari eletti dal popolo. Per questo, se questa legge sarà approvata, si andrà al referendum per abrogarla. SVUOTANO DI CONTENUTI LA DEMOCRAZIA Il senso antidemocratico del comportamento di questa maggioranza della destra viene ulteriormente chiarita da come intende dare attuazione alle norme sulla incompatibilità per le elezioni Europee, già approvate da tutti gli altri 19 paesi europei. Esse prevedono che i deputati del Parlamento Europeo sono incompatibili (cioè non possono contemporaneamente ricoprire altre funzioni istituzionali) con la carica di ministro o parlamentare nazionale, di Presidenti di Regione, Provincia e Sindaco. La destra propone di recepire queste norme, in vista delle elezioni europee del 13 giugno 2004, modificando la legge elettorale ed introducendo l'abolizione del diritto di ogni elettore di esprimere la preferenza sui candidati (senza che vi siano le "primarie" per scegliere i candidati come avviene, ad esempio, negli USA), riducendo così il ruolo ed il valore della partecipazione dei cittadini alle elezioni, svuotando il ruolo e funzione della democrazia nella scelta di chi ci deve rappresentare e governare. Non solo, il Governo, Berlusconi, la destra pensano anche di abbinare elezioni europee con quelle provinciali e comunali, ma anche qui con una modifica delle regole per la elezione dei sindaci e presidenti provinciali, fissando al 40% dei votanti la percentuale per essere eletti senza andare al ballottaggio. Misura questa che fa pendant, con la proposta di riforma del "Senato Federale" - da eleggere dal 2011 - il quale non avrebbe più i poteri d'intervento sul bilancio dello stato e la legge finanziaria, ma, in compenso, avrebbe fra i suoi componenti di diritto i Presidenti delle Regioni ed i Sindaci delle città metropolitane. A tutto questo insieme di distorsioni e svuotamento della democrazia, e di rimessa in discussione dell'unità del Paese il centrosinistra contrappone una proposta complessiva di riforma - che completi la riformata avviata nel 2001 - che realizzi il federalismo solidale, compreso il federalismo fiscale per assicurare un paese unito, coeso socialmente e più partecipato. Di queste problematiche decisive, per il futuro del nostro paese, è indispensabile dibattere non solo in Parlamento, ma con i cittadini nei quartieri, con l'insieme della società, poiché se la destra non modifica la sua impostazione, bisogna prepararsi allo svolgimento di un referendum abrogativo di questa legge di "stravolgimento" della Costituzione.
Antonio Pizzinato MartesanaDue - febbraio 2004 |