milano e la sinistra

Milano e la casa in affitto

L’Agenzia lombarda per il rilancio dell’affitto nata giusto un anno fa dalla volontà delle centrali cooperative (Agci-LegaCoop Confcooperative) e dei sindacati inquilini (Sicet-Sunia-Uniat) plaude all’iniziativa della Diocesi ed alla profetica quotidiana sensibilità del Cardinale su un tema, quello della casa in affitto a canoni calmierati, che sta nel Dna dell’Agenzia medesima.

Promuovere cultura dei diritti di cittadinanza memori anche dei doveri, per migliorare il quadro normativo e regolamentare; rivolgersi non solo ai soggetti istituzionali e regionali, ma anche al sistema finanziario, bancario ed assicurativo al fine di favorire ed agevolare gli operatori cooperativi nella realizzazione d’alloggi in affitto; coordinare le risposte e le modalità d’intervento dei soggetti che concretamente realizzeranno questi alloggi.

Reperire aree a prezzi compatibili, mutui concordati e funzionali all’affitto per tasso, durata e condizioni, agevolazioni fiscali nazionali e locali sono condizioni indispensabili per immettere sul mercato quote espressive d’alloggi in affitto per la domanda sociale e sono il compito che l’Agenzia che presiedo si prefigge.

L’Agenzia candida il Movimento cooperativo, con l’azione di sostegno dei sindacati inquilini, ad assumere questo impegno operativo nella logica di un soggetto giuridico ed economico di natura privatistica quale è appunto la cooperativa, ma il cui oggetto e scopo sociale persegue finalità assimilabili a quelle pubbliche nonostante le difficoltà di comprensione da parte di qualche autorevole esponente parlamentare di maggioranza e di opposizione.

La fotografia, già peraltro emersa, della domanda di alloggi per l’affitto calmierato aumenta per i seguenti motivi che elenco per slogan:

• Il privato tende a vendere

• Dismissioni massicce del patrimonio pubblico e degli enti previdenziali

• Diminuisce l’offerta aumenta la domanda- aumentano i canoni (7/8% dati Borsa Immobiliare CCIAA - Osmi)

• Più di 15.000 famiglie in graduatoria per ottenere un alloggio pubblico a fronte di una disponibilità annua di circa 2000 alloggi.

• Circa 13.000 sfratti da eseguire.

• Il non decollo dei canoni concordati della Zagatti (si contano sulle dita delle mani) ed il progressivo venir meno degli effetti calmieratori dei contratti equo canone che vanno in scadenza.

Se la sensibilità a parole e l’incoraggiamento dalle realtà istituzionali ci giungono quotidianamente, va detto che pochi segnali reali di traduzione e riposta a tali problematiche giungono dai livelli istituzionali.

Mi preme, in questa occasione, insistere su  uno degli aspetti del  problema inerente, in modo particolare, il tema delle aree e dei costi relativi  nell’area metropolitana milanese.

Il costo dell’area incide sulla realizzazione di alloggi in Milano per circa il 40% del costo del costruito.

Le grosse volumetrie messe in gioco dopo i Pru  con i programmi Integrati di Intervento (legge 9/99) finalizzate al recupero di aree industriali dismesse non hanno visto, nonostante l’invito ed il sollecito intervento, quel colpo di reni che solo poteva (e può) contribuire in poco tempo (due/tre anni) ad immettere sul mercato un nuovo stock di alloggi per l’affitto permanente.

Nello specifico, il documento di inquadramento (art 5 LR.9) predisposto dall’amministrazione comunale lo scorso giugno, pur individuando tra gli obiettivi per Milano quello di riportarvi residenza, non ha specificato quale tipo di residenza.

Sempre nel documento, pur riconoscendo all’operatore un incremento di volumetria qualora convenzioni i costi, non ha, decisamente a favore dell’affitto permanente, separato la convenzionata per la proprietà, da quella per l’affitto.

Inutile nasconderci dietro un paravento: qualora una cooperativa entrasse in gioco su un PII in partnership con altri operatori e con la proprietà dell’area, se l’acquisto dell’area viene fatto ai prezzi di mercato (e vi assicuro che di babbo natale delle immobiliari non ve ne sono!) nessun operatore (Aler o cooperative che siano) sarà nella condizione anche solo di ipotizzare realizzazioni di alloggi per l’affitto calmierato; anche perché l’affitto può essere calmierato nella misura in cui sono calmierati i costi di realizzazione.

Per affittare a canoni accessibili occorre entrare in un sistema di economicità complessiva: sul tema delle aree va compiuto uno sforzo in più nella diversificazione degli indici premiali, non tanto per la convenzionata, quanto sulla cessione di aree al Comune che possa a sua volta cedere in diritto di superficie ad Aler o Cooperative per la realizzazione di alloggi da mantenere permanentemente in affitto.

Insisto sul tema del reperimento delle aree a motivo da una parte del fatto che non vi sono più Piani di zona nella città di Milano e la 167 in linea di massima non brilla per utilizzo da parte delle amministrazioni comunali; dall’altra perché la legge lombarda sugli standard avrebbe potuto supplire al tema delle aree finalizzate a pubblica utilità, concedendo all’amministrazione di realizzare alloggi per l’affitto sociale su aree a standard e quindi con incidenza zero del costo dell’area medesima sull’operatore che deve concentrare i suoi sforzi sulla costruzione e sulla gestione, ma tale legge è stata per la seconda volta rigettata dal Commissario di governo qualche giorno fa.

Ci sono altre considerazioni per esempio relative ai finanziamenti, sulle quali in ogni caso mi trovo totalmente in sintonia con l’intervento di Vallini. Voglio solo rimarcare il fatto che l’intervento a sostegno dei singoli per esempio del fondo per l’affitto previsto dalla Zagatti,  in primis non è garantito nel tempo ed in secondo luogo porterà ad un incremento dei costi dei canoni a libero mercato a tutto vantaggio delle proprietà. (aspettare per credere!, è la semplice  logica di quel mercato che spesso sfugge, forse consapevolmente,  al legislatore!).

Per chiudere questa comunicazione occorre da subito denunciare che oltre al proverbiale serafico atteggiamento delle istituzioni non vi è, soprattutto da parte dei media la sensibilità che su tale tema si giochi gran parte della riflessione sul welfare almeno per ciò che concerne il nord del paese. Tutto ciò è grave, pensando anche alla campagna elettorale in corso, poiché sono proprio i media che determinano le ragioni spesso frivole del confronto elettorale che di programmatico ha ben poco. E purtroppo abbiamo ragione di ritenere che anche il modo con cui si sia aperta questa lunga campagna elettorale non rifugga dai canoni tradizionali della soap opera.

Sarà nostra premura misurare in termini reali con le migliaia di famiglie che rappresentiamo, trasmettendo loro i risultati di tali verifiche, la reale volontà dei programmi elettorali in particolare per le prossime amministrative della città di Milano.

Vorremmo gridare alle istituzioni così come ai media che non può sempre e comunque essere il sociale a farsi carico dei problemi prima che diventino emergenze.

La casa in affitto calmierato o sociale è già emergenza a Milano.

La casa potrà diventare occasione di spaventoso conflitto qualora per tempo tutti i soggetti coinvolti non facciano la loro parte smettendola di scaricarsi tra livelli istituzionali le responsabilità per un gioco politico e di consenso che nulla ha a che fare con i problemi di coloro che si dice di voler tutelare e difendere.

Vorremmo ancora ricordare al pubblico quanto più costoso risulti l’intervento sulle emergenze.

Vorremmo inoltre non assistere nuovamente al fatto che di tale tema tutti si occupano solo quando la prefettura per motivi di ordine pubblico sospende gli sfratti o vi è la tragedia o la minaccia di gesti inconsulti: con il risultato di avere tante dichiarazioni che risultano ai più simili al lento e rituale incedere degli sciacalli.

Lavoriamo per costruire quella Milano che forse non sarà grande (non avrà una grande biblioteca, un grande centro congressi, un grande quartiere per la moda, un grande palazzetto per lo sport), ma sicuramente sarà più giusta ed equa ed anche più europea.

Ed in ogni caso sarà quella città che a molti dei presenti farà dire:mi piace questa Milano.